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Italo Svevo Trieste

Trieste era città di antiche origini romane, ma la sua importanza risale alla prima metà del Settecento, allorché l'imperatore d'Austria Carlo VI d'Asburgo (la città apparteneva all'Impero fin dal 1382) le concesse il privilegio di essere porto franco, cioè l'esenzione da dazi e tariffe doganali. Trieste (e in particolare il suo porto) poté così svilupparsi come centro di scambi commerciali: anche grazie alla crisi di Venezia, divenne nell’arco di pochi decenni il porto dell’Impero austroungarico, sede di una Borsa, di banche, di società di assicurazione e di compagnie di navigazione.
Oltre che luogo di traffici commerciali, era anche un punto d’incontro di differenti tradizioni culturali. Ricorderà un grande scrittore triestino, Umberto Saba (1883-1957): Trieste è sempre stata crogiuolo di razze. La città fu popolata da genti diverse: Italiani nativi della città, Slavi nativi del territorio, Tedeschi, Ebrei, Greci, Levantini, Turchi col fez rosso e non so quante altre.
Su questo trafficato amalgama di persone così etnicamente diverso la lingua e la cultura italiane fecero da cemento.
Sul piano politico, fin dagli ultimi decenni dell’Ottocento erano attivi a Trieste movimenti irredentisti, che rivendicavano cioè la redenzione della città e la sua annessione all’Italia, pur nella consapevolezza che ciò avrebbe peggiorato la situazione economica della città.
Il dibattito irredentista si fece ancora più vivo intorno alla prima metà degli anni Dieci, subito prima della Grande guerra, anche per la sensazione dell’imminente dissoluzione dell’Impero austroungarico. A tale dibattito, che aveva a Trieste un punto di ritrovo nel Caffè Tegesteo, parteciparono anche gli scrittori triestini Scipio Slataper (1888-1915) e Giani Stuparich (1891-1961).
Allo scoppio della prima guerra mondiale, nel 1914, i cittadini triestini (con l’eccezione dei pochissimi che, come Umberto Saba, avevano la cittadinanza italiana) furono mobilitati nell’esercito austroungarico; pene severissime erano previste per chi fosse passato nelle file italiane (si ricordano, fra le altre, le fucilazioni dei trentini Nazario Sauro, Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa). I combattimenti si avvicinarono al centro urbano di Trieste solo in rare occasioni, come la conquista da parte italiana di Gorizia (agosto 1916); per il resto il teatro di guerra rimase piuttosto lontano dalla città, che soffrì però lungamente per la scarsità di cibo. Infine, dopo lo sfondamento del fronte operato dagli italiani a Vittorio Veneto, Trieste venne occupata dalle truppe italiane nel novembre 1918.



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