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Situazione Italiana agli inizi del Novecento

Nel 1903 divenne presidente del consiglio Giovanni Giolitti, egli voleva fare una politica di equilibrio tra i liberali e i socialisti; non reprimeva i conflitti sociali e considerava lo stato come strumento di mediazione. Il partito socialista con il leader Filippo Turati, guardano molto interesse la politica di Giolitti, perché loro erano favorevoli a riforme nell'interesse degli operai. Giolitti non reprime gli scioperi e attua delle riforme sociali per tutelate il lavoro delle donne e dei fanciulli, l'invalidità, la vecchiaia e faceva risolvere le controversie ai sindacati.
L'Italia conosce uno sviluppo industriale senza precedenti, dovuto all'aumento della popolazione e un progresso nell'agricoltura e nell'industria in tutti i settori.
L'industrializzazione però restava a nord. Il sud rimaneva arretrato e nonostante  vari provvedimenti di Giolitti in favore del Sud, aggravarono la questione meridionale.
In dodici anni emigrano otto milioni di italiani, gente povera e soprattutto meridionali.



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