Per l'Italia si poneva il problema se intervenire o rimanere neutrale ed anche con chi allearsi.
I liberali, i cattolici ed i socialisti erano contrari alla guerra.
Erano favorevoli, invece, all'intervento in guerra i conservatori (come Salandra capo del governo e Sannino ministro degli esteri), i nazionalisti (tra cui il leader era Gabriele D'Annunzio) i democratici, i socialisti moderati e socialisti rivoluzionari. Erano attratti da prospettive di espansione politica ed economica e come mezzo per avere il Trentino e la Venezia Giulia.
Gli industriali avevano una posizione incerta, alcuni erano favorevoli all'intervento a favore dell'intesa, altri erano favorevoli alle neutralità in modo da arricchirsi rifornendo armi ai contendenti.
Nell'aprile 1915, il ministro degli esteri Sannino stipulò segretamente, all'insaputa del parlamento, il patto di Londra, in cui l'Italia si impegnava a entrare in guerra entro un mese e in caso di vittoria avrebbe ottenuto il Trentino e la Venezia Giulia, questo colpo di stato determinò l'intervento dell'Italia in guerra a favore dell'intesa (24 maggio 1915).
Nonostante Giolitti, e la maggioranza del parlamento e dell'opinione pubblica fossero contrari, però, il volere del governo e delle manifestazioni di piazza ebbero il sopravvento.
I liberali, i cattolici ed i socialisti erano contrari alla guerra.
Erano favorevoli, invece, all'intervento in guerra i conservatori (come Salandra capo del governo e Sannino ministro degli esteri), i nazionalisti (tra cui il leader era Gabriele D'Annunzio) i democratici, i socialisti moderati e socialisti rivoluzionari. Erano attratti da prospettive di espansione politica ed economica e come mezzo per avere il Trentino e la Venezia Giulia.
Gli industriali avevano una posizione incerta, alcuni erano favorevoli all'intervento a favore dell'intesa, altri erano favorevoli alle neutralità in modo da arricchirsi rifornendo armi ai contendenti.
Nell'aprile 1915, il ministro degli esteri Sannino stipulò segretamente, all'insaputa del parlamento, il patto di Londra, in cui l'Italia si impegnava a entrare in guerra entro un mese e in caso di vittoria avrebbe ottenuto il Trentino e la Venezia Giulia, questo colpo di stato determinò l'intervento dell'Italia in guerra a favore dell'intesa (24 maggio 1915).
Nonostante Giolitti, e la maggioranza del parlamento e dell'opinione pubblica fossero contrari, però, il volere del governo e delle manifestazioni di piazza ebbero il sopravvento.