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La poesia d'amore

La poesia in volgare e la celebrazione della donna
Le prime poesie in volgare che comparvero nel XII e XIII secolo in Provenza e in Sicilia erano quasi sempre liriche d'amore. Il poeta esprimeva un sentimento intenso e una profonda ammirazione per una donna bellissima, nobile, superiore a lui e irraggiungibile. La donna veniva paragonata alle bellezze della natura perché le sue qualità erano così straordinarie da non poter essere spiegate; il poeta esprimeva la condizione dell'innamorato che si mette al servizio della donna, sperando da lei un cenno di attenzione.
L'attendere e l'immaginare l'emozionante momento di un eventuale incontro con la donna amata procurano all'uomo innamorato stati d'animo di immensa gioia oppure un grande dolore se questa speranza viene meno. Possiamo descrivere con tanta precisione i contenuti di queste poesie, anche se esse sono numerose, perché gli argomenti, le immagini delle liriche erano pochi e si ripetevano sempre uguali.
Anche se scritte da autori diversi (i poeti provenzali chiamati trovatori e i poeti della corte siciliana, i nobili collaboratori dell'imperatore), gli ambienti in cui vivevano composte, lette e recitate le poesie erano le corti dei nobili, dell'imperatore, i palazzi e i castelli (infatti questa viene chiamata poesia cortese), dove venivano le persone più importanti e raffinate del tempo.
Per questo nelle poesie dovevano essere espressi i sentimenti più belli, più nobili, il poeta doveva possedere le qualità di un valoroso cavaliere, mostrare sensibilità, senso dell'onore, generosità e coraggio, per essere degno della donna amata.

Il dolce stilnovo e la donna angelo
Verso la fine del XIII secolo nelle città della Toscana, soprattutto a Firenze, si diffonde tra gli esperti di letteratura, i giovani dotti, legati anche da amicizia, la passione per la lirica cortese e comincia una fitta produzione di poesie che assomigliano a quelle provenzali e siciliane, ma che sono molto più raffinate e studiate dai loro autori. L'argomento è sempre l'amore, ma si tratta di un amore ancora più eccezionale, perché la donna cantata non soltanto è in una posizione di superiorità rispetto all'uomo, ma è così perfetta, ha qualità talmente straordinarie da sembrare un angelo. Se nella poesia cortese provenzale e siciliana l'uomo si innamorava di una donna bellissima, nobilissima e irraggiungibile anche per la sua posizione sociale, in questa nuova poesia, che viene chiamata dolce stilnovo, l'amore è fatto di una sconfinata ammirazione per una donna lontana dalla vita normale e quotidiana, una donna che è quasi un'immagine divina, un essere miracoloso, che fa pensare al paradiso ed eleva Dio l'animo del poeta che la contempla.
Solo un uomo di grande sensibilità, nobile di cuore e non di nascita può amarla. Nelle poesie la donna è un'apparizione quasi soprannaturale, tutti la guardano ammutoliti, perché si trovano di fronte un essere eccezionale e superiore.
La novità dello stilnovo sta anche nell'uso di un volgare molto dolce, scorrevole, raffinato, elegante, che i poeti riescono a comporre con un accurato lavoro di scelta e di accostamento di parole e immagini.

Amori solo letterari
Una caratteristica importante della poesia cortese e dello stilnovo consiste nel fatto che l'amore cantato nelle poesie è unilaterale: non compaiono scambi tra uomo e donna, è solo l'uomo a esprimere sentimenti, passioni, gioie e sofferenze amorose, la donna ne è l'oggetto, non parte attiva.
Inoltre non dobbiamo pensare ad amori veramente vissuti: quello che i poeti scrivono è il risultato del gusto per la composizione poetica, del desiderio di mettere a frutto la propria abilità letteraria, del talento artistico personale; nelle poesie essi elaborano e perfezionano immagini che si ripetono, ma ogni volta con qualche cosa di nuovo, di originale, che le rende più belle.



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