Nel XII secolo nasce il ciclo bretone o arturiano, l’insieme dei romanzi che trattano le leggendarie avventure e gli amori di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda tra cui Lancillotto, Perceval, Galahad…
Diffusi dapprima oralmente in versi da giullari che si rifacevano ad antiche leggende celtiche, furono messi per iscritto in prosa da un chierico al servizio del re d'Inghilterra, Goffredo di Monmouth il quale compose in latino la Storia del Re di Bretagna, tradotta poi in francese dal chierico normanno Robert Wace col titolo di Roman de Brut.
Divenute celebri attraverso numerosi romanzi cavallereschi composti in seguito da altri autori, le saghe degli eroi arturiani si diffondono preso le corti anglo-normanne. Queste opere costituiscono la fonte alla quale attinge il principale autore di romanzi cavallereschi, il francese Chretien de Troyes, considerato il più grande autore medievale prima di Dante. Attivo tra il 1160 e il 1190, alla corte di Maria di Champagne e alla corte di Fiandra, di lui ci restano cinque romanzi: Erec ed Enide, Cligès, Ivano Perceval e Lancillotto.
Diffusi dapprima oralmente in versi da giullari che si rifacevano ad antiche leggende celtiche, furono messi per iscritto in prosa da un chierico al servizio del re d'Inghilterra, Goffredo di Monmouth il quale compose in latino la Storia del Re di Bretagna, tradotta poi in francese dal chierico normanno Robert Wace col titolo di Roman de Brut.
Divenute celebri attraverso numerosi romanzi cavallereschi composti in seguito da altri autori, le saghe degli eroi arturiani si diffondono preso le corti anglo-normanne. Queste opere costituiscono la fonte alla quale attinge il principale autore di romanzi cavallereschi, il francese Chretien de Troyes, considerato il più grande autore medievale prima di Dante. Attivo tra il 1160 e il 1190, alla corte di Maria di Champagne e alla corte di Fiandra, di lui ci restano cinque romanzi: Erec ed Enide, Cligès, Ivano Perceval e Lancillotto.