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Cos'è la Globalizzazione

Il termine globalizzazione, o mondializzazione, indica, prima di tutto, l'integrazione delle economie dei vari Paesi del mondo.
L'inizio di tale processo di integrazione è collocabile in un tempo molto lontano, tanto che l'economista indiano Amartya Sen sostiene che si possa parlare di globalizzazione già a partire dall'XI secolo, con il primo grande sviluppo dei traffici commerciali tra Oriente e Occidente.
Questo processo di integrazione si è consolidato tra il XVIII e il XIX secolo con la rivoluzione industriale, quando l'apertura degli scambi ha dato il via al trasferimento massiccio di persone, merci, tecnologie, risorse e denaro da una regione all'altra del mondo. L'invenzione di nuovi mezzi di trasporto, poi, ha contribuito a ridurre le distanze nel pianeta.

La rivoluzione informatica
Il processo di integrazione economica a livello mondiale ha però preso corpo in modo nuovo negli ultimi decenni del Novecento con una serie di trasformazioni avvenute in ambito tecnologico. Il contributo determinante al processo di avvicinamento di luoghi molto distanti è venuto infatti dalla rivoluzione informatica.
La diffusione del computer e le tecnologie informatiche hanno abbattuto frontiere e ostacoli prima insormontabili, ma è soprattutto grazie a Internet, che lo scenario delle comunicazioni ha subito una brusca accelerazione. La rete, che consente di connettere in modo quasi istantaneo utenti di tutti i Paesi e di avere accesso a una quantità infinita di informazioni, ha trasformato il mondo in un villaggio globale.

Un sistema economico mondiale integrato
Questo processo ha trasformato anche i sistemi di produzione e di commercializzazione, facilitando il trasferimento di intere imprese, o di alcuni comparti, fuori dall'ambito nazionale.
Questo fenomeno è stato inizialmente incoraggiato dal fatto che in molti Paesi, soprattutto dell'Est asiatico, il costo del lavoro era, ed è anche oggi, molto basso. Molte industrie europee hanno così spostato la sede della produzione dei beni fuori dall'Europa, dove invece è rimasta la struttura direttiva e amministrativa delle aziende. Tale spostamento ha preso il nome di delocalizzazione, o offshoring.
C'è per questo chi ha paragonato le imprese del passato a grandi piramidi, con una solida base piantata sul territorio, e le imprese contemporanee ad agili tende, che oggi vengono piantate in un posto e domani in un altro. Un economista le ha chiamate imprese nomadi, proprio perché non hanno radici. Questo significa che non esistono più imprese e industrie ristrette in ambito solo nazionale: ogni azienda, tendenzialmente, può muoversi e produrre ovunque. Protagoniste di questa nuova fase economica sono divenute le imprese multinazionali, operanti contemporaneamente in più settori produttivi e in diverse parti del mondo.



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