di Gabriele D'Annunzio
Commento:
Un'impressione di grazie resta in noi dopo la lettura di questa lirica. Volendone definire il segreto, lo troveremo nell'aria di cantilena popolare che sembra nata dall'abbandono alla dolcezza del luogo e dell'ora, tra le suggestioni musicali di cicale e di lodolette e il silenzio di acque lievemente fluenti.
Le frasi che si susseguono brevi, spesso ripetendosi come un ricorrente motivo musicale, o invertendosi, danno alla lirica un carattere di filastrocca tra smemorata e festevole che traduce un momento di felcità offerto dall'estate e dalla landa solitaria bagnata dall'Arno.
L'elemento musicale non viene mai meno, per cui (ma solo sotto questo profilo) la lirica si può dire più perfetta della stessa Sera fiesolana che talvolta, come nella prima strofa, appare troppo appesantita da legami sintattici.
Commento:
Un'impressione di grazie resta in noi dopo la lettura di questa lirica. Volendone definire il segreto, lo troveremo nell'aria di cantilena popolare che sembra nata dall'abbandono alla dolcezza del luogo e dell'ora, tra le suggestioni musicali di cicale e di lodolette e il silenzio di acque lievemente fluenti.
Le frasi che si susseguono brevi, spesso ripetendosi come un ricorrente motivo musicale, o invertendosi, danno alla lirica un carattere di filastrocca tra smemorata e festevole che traduce un momento di felcità offerto dall'estate e dalla landa solitaria bagnata dall'Arno.
L'elemento musicale non viene mai meno, per cui (ma solo sotto questo profilo) la lirica si può dire più perfetta della stessa Sera fiesolana che talvolta, come nella prima strofa, appare troppo appesantita da legami sintattici.