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Biografia: Hermann Hesse

Biografia:
Nacque nel 1877 a Calw (Wurttemberg); suo padre era missionario di origine baltica e il nonno materno era stato anch’egli missionario e studioso delle civiltà dell’India. Fu avviato dai genitori al sacerdoti zio, ma abbandonò presto gli studi teologici. Per vivere lavorò presso un orologiaio e poi presso un libraio di Basilea (dove la sua famiglia si era trasferita); nel frattempo pubblicava libri di versi e faceva viaggi. Nel 1904 compì un lungo viaggio in India da cui ricavò profonde suggestioni che trasferì in molte delle sue opere. Durante la prima guerra mondiale, non condividendo gli atteggiamenti nazionalisti tedeschi, si trasferì in Svizzera e nel 1921 prese la cittadinanza di quel paese vivendo a Montagnola, presso Lugano. Nel 1926 fu eletto membro straniero dell’Accademia Prussiana, ma si dimise nel 1931 come protesta contro la politica tedesca. Durante il regime nazista ospitò nella sua casa molti intellettuali costretti all’esilio, mentre molti suoi libri in Germania venivano proibiti. Fu scrittore assai conosciuto fra le popolazioni di lingua tedesca e, dopo la seconda guerra mondiale, ottenne molto ambiti, finché nel 1946 dopo l’assegnazione del premio Nobel, la sua fama divenne mondiale. Morì a Montagnola nel 1962.

Le idee e la poetica
L’opera di Hesse esprime la forte tensione dell’animo umano alla composizione del contrasto tra ragione e sentimento, tra razionalità e irrazionalità. Questi temi sono costanti nello scrittore, derivati forse dal suo profondo interesse per il misticismo orientale cui fu avviato, fin da ragazzo, dal nonno materno; troviamo tracce di questo nei soggetti orientali di alcune sue opere, nell’ansia di arricchimento spirituale e di disciplina ascetica, nel suo stile meditativo e poetico. Anche l’esperienza della psicanalisi ce egli fece personalmente sottoponendosi ad una terapia psicanalista nel 1916, in seguito a un esaurimento, fu assai importante per la sua formazione di scrittore e divenne per lui un prezioso modo di vedere le cose, un nuovo ottimo strumento per il recupero del proprio io e per l'indagine nella coscienza umana. Sono questi i motivi che arricchiscono le opere di Hesse di significati simbolici e di finezza introspettiva e che le rendono appassionanti soprattutto ai giovani.

Hesse scrisse molto: poesie, romanzi, racconti, saggi. Tuttavia le sue opere più conosciute,e quelle che ne determinarono la fortuna e il successo, soprattutto fra le giovani generazioni, sono i romanzi:

Peter Camezind (1904): è la storia di un giovane vagabondo che parte dal suo modesto paese alla conquista del mondo. Più si allarga la sua conoscenza più egli si rende conto di preferire la vita a contatto con la natura e con le genti semplici piuttosto che quella tumultuosa della città, ossia della civilizzazione. Perciò, dopo la sua esperienza, torna nel suo paese che ora gli appare più sereno e preferibile a qualunque altro luogo.

Siddharta (1922): più che un romanzo è un raffinato poema indiano, scritto in lingua poetica e meditativa. Siddharta, figlio di un bramino, lascia la casa paterna insieme all'amico Govinda, tormentato dall'ansia di verità totale e in cerca di saggezza. Incontra Gotama, cioè il Buddha, l'Illuminato, che non gli offre certezze, ma lo invita a fare esperienze: solo così potrà conoscere l'anima del mondo. Siddharta comincia così il suo cammino attraverso il bene e il male, finché saturo di piaceri sentirà nascere in sé il vero senso della libertà che si rinuncia al mondo e dilatazione dell'anima fino a comprendere tutto l'universo. In questo Siddharta trova la vera saggezza che non si insegna, ma si conquista.

Il lupo della steppa (Der Steppenwolf, 1927): romanzo di intonazione vagamente romantica in cui ricorre l'artificio di un vechio manoscritto da cui l'autore attinge la storia. Vi si narra di un uomo non più giovane, Haller, dolorosamente scisso fra due nature: quella razionale tesa al bene e quella istintiva e feroce del lupo. Haller stanco di lottare in sé stesso, decide di suicidarsi, ma ne è distolto da avvenimenti incidentali che danno al racconto un finale simbolico e ottimista.


Narciso e Boccadoro (Narziss und Goldmund, 1930): anche in questo romanzo è affrontato il problema del bene e del male, del razionale e dell'irrazionale.



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