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Biografia: Gabriel Garcia Marquez

Gabriel Garcia Marquez nasce nel 1927 (o nel 1928) ad Aracataca, torrido villaggio della Colombia atlantica; è il primo dei sedici figli di Gabriel Eligio Garcia, telegrafista, e di Luisa Marquez Iguaran, maga e chiaroveggente. Viene allevato dai nonni materni, lui colonnello in pensione e lei formidabile narratrice di storie fantastiche. Nel 1936, a nove anni, raggiunge i genitori a Sucre. Anche grazie a una borsa di studio, frequenta le scuole di Barranquilla e Zipaquirà, fino al diploma liceale nel 1946. Iscrittosi alla facoltà di Giurisprudenza di Bogotà, preferisce la letteratura al diritto. Comincia intanto a lavorare come giornalista.
Pubblica i primi racconti sul quotidiano liberale El Espectador. In seguito si dedica al giornalismo, come redattore di El Universal e poi come corrispondente europeo di El Espectador. Può così viaggiare nelle capitali europee, specie Roma e Parigi. Qui apprende che il dittatore colombiano Rojas Pinilla ha fatto chiudere tutti i giornali indipendenti. Rimasto senza lavoro, sopravvive con difficoltà, benché il suo primo romanzo, Foglie morte (1955), sia salutato favorevolmente.
Rientrato in Colombia nel 1958, sposa Mercedes Barcha. Quando Fidel Castro prende il potere a Cuba nel 1959, s’impiega nell’agenzia cubana d’informazione Prensa Latina, come corrispondente da Bogotà. L’anno seguente diviene corrispondente dalla sede dell’ONU a New York. Nel 1961 pubblica il secondo romanzo, Nessuno scrive al colonnello. Si trasferisce in Messico, ma dopo qualche anno decide di abbandonare definitivamente il giornalismo per la letteratura.
Nel 1967 esce il romanzo Cent’anni di solitudine, che ottiene grande successo internazionale.
Trasferitosi a Barcellona, in Spagna, vi rimane fino al 1975; escono altri racconti e il romanzo L’autunno del patriarca (1975).
Sul piano politico è nemico delle dittature:
nel 1972 devolve a un gruppo rivoluzionario la somma vinta con un premio letterario; nel 1976 dichiara di voler abbandonare la letteratura, per protesta contro la dittatura di Pinochet in Cile. Nel 1981 esce comunque Cronaca di una morte annunciata, che l’autore definirà il proprio libro perfetto; l’anno dopo vince il premio Nobel. In seguito escono nuovi romanzi (L’amore ai tempi del colera, 1985; il generale nel suo labirinto, 1989) e raccolte di racconti. Del 2002 è l’autobiografia Vivere per raccontarla.



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