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Il Fumo, La Coscienza di Zeno Capitolo 3

Obbedendo alla prescrizione del dottor S., Zeno comincia con il ricordare la propria vita passata. Inizia ricostruendo la precoce passione per il fumo, nata dal divieto paterno di fumare e intrecciata, nell'arco degli anni, con ripetute e sempre vane intenzioni di smettere.

Temi: Il continuo ricordo agli alibi, la perenne indecisione, la mancanza di volontà e l'inettitudine del protagonista, l'affiorare della malattia.
Anno: 1923.

Analisi del testo:
Zeno dedica un intero capitolo del diario a spiegare la sua viziosa passione per il fumo. In apparenza vorrebbe smettere di fumare, così almeno dice; tuttavia non riesce mai a realizzare questo proposito: da un lato afferma di conoscere e desiderare la strada della salute, e dall'altro non si sa decidere ad abbandonare la via della libertà.
Non sapendo risolversi per il fumo o la salute, per vincere l'ansia il protagonista adotta un compromesso: si abbandona al rituale dell'ultima sigaretta, gustata con una voluttà speciale perché fumata con la prospettiva ambigua del mai più. La sua esistenza viene così a essere costellata di molte ultime sigarette, ricordate, con tanto di data, ovunque: sui libri, perfino sulle pareti della sua stanza. Tutto si presta a essere immortalato mediante un'ultima sigaretta: dalla morte del papa alla nascita del figlio, fino a giorni numericamente significativi (come: Nono giorno del nono mese del 1899).

Significato del testo
Il comportamento ambiguo di Zeno nei riguardi del fumo è una spia, più in generale, della sua ambivalenza psicologica come personaggio. Il perpetuarsi del vizio traduce infatti la tortuosa e imbelle volontà di Zeno e la sua sostanziale inettitudine. La malattia di cui parla non è semplicemente il vizio del fumo in quanto tale, ma piuttosto l'inefficacia dei suoi continui tentativi di smettere.
Precisamente, la moltiplicazione degli alibi e degli ostacoli per spiegare l'impossibilità di smettere di fumare si rivela come uno dei tratti caratteristici della psicologia di Zeno e una manifestazione della sua inettitudine. La sigaretta diventa nello stesso tempo un sintomo, causa e alibi della malattia: Chissà se cessando di fumare io sarei divenuto l'uomo ideale e forte che m'aspettavo?
Nel testo sono presenti anche significati chiaramente connessi alla lettura psicoanalitica della realtà, di cui Svevo/Zeno è ben consapevole.
  • Fumare rappresenta infatti anche la liberazione dalla figura paterna e l'infrazione ai suoi comandi: il rapporto di amore e odio con il genitore è un motivo cruciale del romanzo.
  • Freudiano è anche il motivo dell'ultima sigaretta. In Psicopatologia della vita quotidiana, un libro del 1901, Sigmund Freud aveva evidenziato come, nella coscienza dell'individuo, ogni dichiarazione proposito troppo radicale sottintende sempre l'inconscia volontà di un'immediata trasgressione: chiunque dica <<farò questo, pur sapendo che non dovrei farlo, ma solo per l'ultima volta>>, in realtà intende solo amplificare la gioia di sentirsi libero da ogni prescrizione. 
Allo stesso modo Zeno, con l'alibi dell'ultima sigaretta, si garantisce non solo la soddisfazione di un desiderio, ma anche il piacere supplementare derivante dall'infrazione di un divieto. Sembra anzi che il moltiplicarsi dei buoni propositi non abbia per lui altro scopo che quello di accrescere il godimento. perciò i suoi buoni propositi per fumare l'ultima sigaretta sono sempre vanificati; e del resto in nessun ambito le sue decisioni sono mai definitive.

Analisi operativo
La continua alternanza tra desiderio e rimorso è alla base del complesso rapporto del personaggio con il fumo. A perpetuare in lui l'attaccamento al fumo è, paradossalmente, l'impegno solenne di astenersene d'ora in avanti per sempre.
Via via Zeno adduce degli alibi per giustificare la propria incapacità di smettere di fumare.
Una figura molto importante per Zeno è quella del padre, con il quale il personaggio ha un rapporto di amore e odio.
Il tema della malattia, centrale in tutto il romanzo, emerge fin dalle prime pagine.
In questo primo capitolo del suo diario, Zeno espone la propria concezione del tempo.
Un'altra delle maggiori novità della Coscienza di Zeno è la continua mescolanza, sul piano narrativo di eventi e giudizio, quest'ultimo formulato da Zeno a molti anni di distanza.

La linguistica
Il protagonista, come sempre avviene nel romanzo, è presentato su diversi piani temporali.
La coscienza di Zeno si distingue dai due romanzi precedenti perché il protagonista parla in prima persona. L'ironia, che in precedenza era prerogativa del narratore, qui si accresce e diviene autoironia, a testimonianza della maggiore complessità del personaggio.



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