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Antonio Fogazzaro: Malombra

Riassunto:
Corrado Sila, giovane scrittore di scarso successo, entra alle dipendenze del conte Cesare d'Ormengo. Costui vive in una casa grande e fredda sulle rive di un lago, assieme alla nipote Marina Cusnelli di Malombra, creatura capricciosa, autoritaria, dall'umore instabile. Nel palazzo Marina occupa la stanza appartenuta, un secolo prima, a Cecilia, la quale è stata lì rinchiusa per sempre dal marito, che a sua volta l'accusava ingiustamente d'aver amato un giovane ufficiale. Cecilia è morta folle, ma il suo spirito, secondo la leggenda, ancora aleggia nel palazzo.
Un giorno, casualmente, Marina ritrova alcuni oggetti appartenuti a Cecilia, con un messaggio indirizzato a colei in cui Cecilia prevedeva di reincarnarsi. La scoperta impaurisce Martina, che in precedenza, firmandosi con lo pseudonimo di Cecilia, aveva scambiato lettere con un misterioso scrittore (che più tardi identificherà in Corrado Silla).
A poco a poco si convince di essere la reincarnazione di Cecilia d'Ormengo, mentre nello zio Cesare rivivrebbre il crudele marito di costei, e in Corrado Silla, Renato, il giovane ufficiale.
Corrado è affascianato da Marina, oltre che turbato da confuse aspirazioni religiose e preso da un senso di inutilità della propria vita; si definisce giustamente inetto a vivere.
Ama Marina ma ama anche Edith, la figlia di Steinegge, il segretario tedesco del conte. Se Marina e morbosamente attratta dall'irrazionale, Edith è invece pura e innocente. Dopo un diverbio con Marina, Silla abbandona il palazzo; a Milano incontra Edith e le regala una copia del suo romanzo, con una dedica completamente al padre. Un improvviso telegramma di Marina richiama Corrado al capezzale del conte morente; nel palazzo il giovane si abbandona alla passione per lei.
Marina però lo trascina nella propria follia e infine, lo uccide, prima di gettarsi nel lago. Sarà edith a custodire la memoria di Silla.

Un vecchio manoscritto e la sua pericolosa rivelazione
da Malombra, parte I, capitolo V - Anno:1881
Temi: la vita della protagonista sconvolta da un oggetto del passato, l'ingresso in una dimensione irreale, fatta di sgomento e allucinazione, oggetti inanimati che sembrano assumere vita propria.

La novità portata da Malombra nella letteratura italiana del tempo è il clima allucinato, l'atmosfera ombrosa, inquieta, che si respira nelle sue pagine. La narrazione si svolge spesso ai confini tra sogno e realtà, tra coscienza e subcoscienza. Soprattutto Marina vive nel corso di tutto il romanzo in un clima di tensione. Il culmine di questo stato d'animo è precisamente la scena del ritrovamento del manoscritto. Siamo nella sera fatale per il personaggio, quella che segnerà il corso della sua vita futura.
Un'accorta strategia narrativa prepara con cura il momento così particolare, inatteso. Variando via via i toni, l'autore lascia emergere sintomi sempre più preoccupanti.
Si comincia segnalando la prima allucinazione: Stette in ascolto. Le balenò alla mente d'essersi trovata un'altra volta sul lago. Per ora Marina coglie la realtà illusoria di quell'immagine; ma, appunto per questo, la registra con paura.
Da qui in poi la volontà del personaggio è messa a dura prova da uno stato interiore di sgomento e languore.
Una sensazione di molesta inquietudine la obbliga a una rapida serie di gesti improvvisi. In lei si insinua un'eccitazione allarmante, che finirà per imporsi alla sua volontà.
Si giunge così al momento culminante: la scoperta e la lettura dell'antico manoscritto. Fogazzaro dà voce agli stati d'animo, sempre più trasognati, del personaggio, alle prese con quella misteriosa rivelazione.
La narrazione ci mette man mano di fronte all'emergere di uno stato allucinatorio, a una vera e propria sindrome di alienazione mentale: gradualmente i gesti sembrano farsi automatici, annullando, o meglio assorbendo quel che resta della volontà dell'individuo. Marina sembra svuotarsi di vita (le mani pietrificate, la fisionomia... marmorea), mentre le cose intorno a lei, nella sua allucinazione, paiono prendere vita e calore (si veda il periodo dedicato alla fiamma della candela, che aveva delle strane inquietudini, dei sussulti, degli slanci e dei languori inesplicabili ecc.). Un'inquietudine profonda, invincibile afferra il personaggio e la conduce nel territorio sconosciuto della possessione psichica: Marina tremò, le parve sentirsi chiamare, pregare da tante anime ignote.



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