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Riassunto: Il Biennio Rosso

Riassunto:
Il Patto di Londra aveva assegnato all'Italia un ampio tratto della costa dalmata, ma aveva riservato la città di Fiume alla Croazia. La rappresentanza italiana alla conferenza di Parigi guidata da Orlando e da Sonnino, pretendeva però l’annessione di Fiume in base al principio di autodecisione dei popoli, e l’annessione della Dalmazia in base alle clausole del patto di Londra.
Quando a Parigi si discusse della questione adriatica, il presidente Wilson pubblicò un messaggio contrario alle pretese della nostra delegazione e contestava la capacità di Orlando e di Sonnino di interpretare gli interessi e le aspirazioni.
L’affronto per il presidente del Consiglio e per il ministro degli esteri non poteva essere più grave: Orlando e Sonnino abbandonarono la conferenza di pace e si precipitarono a Roma a chiedere un voto di fiducia. E la fiducia fu subito concessa. Durante l’assenza della delegazione italiana si decise infatti a Parigi la sorte delle ex colonie tedesche, dalla cui spartizione noi rimanemmo completamente esclusi, e in Italia vennero eccitati i sentimenti sciovinistici animati dal mito della vittoria mutilata. Questa formula demagogica, inventata da D’Annunzio e appoggiata dal presidente del consiglio e dal Sonnino, esasperava gli ex interventisti, che si sentivano traditi nelle loro legittime aspettative, e lasciava sgomenta la popolazione di fronte al pubblico e solenne riconoscimento che i sacrifici della guerra erano stati sostenuti invano.
Nel 1919 l’Italia fu travagliata da moti tumultuosi, anarcoidi, privi di direzione, di vedute di insieme di chiari e precisi obiettivi. Ogni città fece per proprio conto. I negozi furono assaltati, saccheggiati i forni. Contemporaneamente aveva inizio anche un vasto moto di contadini che soprattutto nelle regioni centro-meridionali procedevano all'occupazione di terre incolte. Il governo Nitti messo in difficoltà dalle incalzanti agitazioni riuscì comunque a varare una nuova legge elettorale che introduceva lo scrutinio di lista con la rappresentanza proporzionale. La nuova legge elettorale attribuiva il diritto di voto a tutti i cittadini maschi che avessero compiuto il 21° anno di età ed anche eccezionalmente a queli che pur non avendolo compiuto avevano prestato servizio nelle forze armate mobilitate.



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