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Educazione e Cultura Fascista

Il fascismo diventò un regime totalitario e ogni libertà politica e sindacale venne a cessare. La stampa fu progressivamente imbavagliata mediante censure, sospensivo delle pubblicazioni, sequestri, allontanamento coatto di direttori non graditi all'autorità.
Nella scuola le lodi del Duce divennero continue e obbligatorie. I fascisti erano sempre presentati come coloro che avevano salvato la patria dalla canaglia rossa e dai sovversivi.
Ogni anno, dalla 2° elementare sino all'ultima classe delle scuole secondarie, il 28 Ottobre, anniversario della marcia su Roma, doveva essere svolto un tema dedicato al glorioso avvenimento.
I bambini maschi dagli 8 agli 11 anni venivano chiamati Balilla, dai 12 ai 13 Balilla Moschettieri, dai 14 ai 15 Avanguardisti, dai 16 ai 17 Giovanili che insieme ai gruppi universitari fascisti dipendevano esclusivamente dal partito.
Le femmine diventavano Piccole Italiane dai 8 ai 14 anni e Giovani Italiane dai 15 ai 17.
Ciascuna organizzazione aveva la propria divisa adatta ad ogni età. Ogni sabato i giovinetti dovevano dedicare il pomeriggio al servizio premilitare, che pretendeva di addestrarli alla guerra. Le domeniche erano spesso rattristate dalle adunate obbligatorie, in cui i giovani dovevano partecipare in perfetta divisa.
La legge Gentile attribuiva ai licei e soprattutto al liceo classico, il compito di formare la classe dirigente, mentre alle altre scuole a vario titolo professionali riservava la funzione di addestrare i giovani destinati a svolgere al più presto un mestiere.
Tra il febbraio e il settembre del 1926 due disposizioni di legge sostituiscono i sindaci e i consigli comunali elettivi, con i podestà.
Scioperi e serrate vengono proibiti. Il Gran Consiglio del fascismo approvò una Carta del Lavoro, che segna l’atto di nascita dello Stato corporativo e viene mandata come una rivoluzione sociale pacifica. Lo Stato corporativo considera l’iniziativa privata nel campo della produzione come uno strumento più efficace e più utile nell'interesse della nazione.
Il 31 ottobre del 1926 un quindicenne attentò alla vita il Duce e venne linciato dai fascisti. I deputati dell’opposizione, già ridotti alla più completa impotenza vennero addirittura dichiarati decaduti dal mandato parlamentare.
Tutte le associazioni e i partiti non fascisti vennero sciolti e dichiarati illegali; fu reintrodotta la pena di morte; furono istituiti il confino di polizia e un tribunale speciale per la difesa dello Stato, contro le sentenze del quale non era ammesso il ricorso, i più colpiti furono i comunisti.
L’11 febbraio 1929 Mussolini e il cardinale Pietro Gaspari, rappresentante delle due parti, firmavano gli accordi conclusivi, articolari in un trattato, in una convenzione finanziaria e in un concordato. erano costituiti da due strumenti diplomatici distinti più varie clausole:

- Un Trattato che riconosceva l'indipendenza e la sovranità della Santa Sede e che creava lo Stato della Città del Vaticano; uno degli allegati a questo Trattato era una convenzione finanziaria per ricompensare (2 miliardi di lire) la Santa Sede delle perdite subite dopo la presa di Roma (1870);
- Un Concordato che definiva le relazioni civili e religiose in Italia tra la Chiesa ed il Governo;
- L'esenzione, al nuovo Stato denominato «Città del Vaticano», dalle tasse e dai dazi sulle merci importate;
- Il risarcimento di «750 milioni di lire e di ulteriori titoli di Stato consolidate al 5 per cento al portatore, per un valore nominale di un miliardo di lire» per i danni finanziari subiti dallo Stato pontificio in seguito alla fine del potere temporale.



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