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Tre sono i potenti: il Papa, il Re e chi non ha niente

Chi sono i tre potenti? Perché chi non tiene niente è considerato potente come il papa e il re? Eccovi la spiegazione del proverbio napoletano.
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Un famoso proverbio napoletano mette sullo stesso piano tre figure molto diverse tra loro definendole potenti. Se per i primi due si può anche essere d'accordo, sugli ultimi viene qualche perplessità. Di seguito andremo a riportare il proverbio in lingua italiana e in napoletano, a seguire andremo a spiegarne il significato, poi andremo ad analizzare le tre figure in questione e in quale contesto viene usato il seguente proverbio.





Proverbio napoletano sui tre proverbi

L'originale proverbio in lingua napoletana è:
Tre so’ ‘e putiente: ‘o papa, ‘o rrè, e chi nùn tene niente

La cui versione in lingua italiana è:
Tre sono i potenti: il Papa, il Re e chi non ha niente



Significato

Questo proverbio sta a significare che nel contesto politico e sociale di un dato periodo storico, il potere risiede nelle mani del Papa, del Re e dei più poveri e solamente uno di questa triade e in grado di influenzarlo. Strano a dirsi ma i poveri, anzi, i poverissimi, visto che qui si sta facendo riferimento a gente che non possiede proprio nulla, è considerata potente al pari del Papa e del Re.

 Il Papa è a capo della Chiesa cattolica e, in quanto tale, ha un'influenza non solo religiosa ma anche politica e sociale. La Chiesa cattolica riceve donazioni e offerte dai fedeli di tutto il mondo, che contribuiscono significativamente alle sue entrate. Il Vaticano possiede vasti terreni, edifici e proprietà immobiliari in tutto il mondo, inclusi palazzi, chiese, musei, attrazioni turistiche e terre agricole.

👑 Il Re delle monarchie moderne ha un potere limitato a una costituzione, pertanto quando si pensa a questa figura lo si accosta a un periodo storico del passato di quando esisteva la monarchia assoluta che consentiva al Re di detenere il potere supremo e autorità illimitata sul governo e sulla popolazione, oltre al potere di fare le leggi, dichiarare guerra, riscuotere le tasse ecc.

😕 E infine vi è chi non tiene nulla, i nullatenenti. E la domanda sorge spontanea, come fa chi non possedimenti o potere decisionale ad avere potere? Innanzitutto, chi non ha nulla non ha niente da perdere, per esempio i piccoli spacciatori e ladruncoli delle città che si approfittano della distrazione dei turisti per rubargli orologio, portafoglio ecc., anche se vengono fermati e arrestati, dopo pochi giorni sono nuovamente liberi di riprendere le loro abituali attività criminali. Il proverbio fa riferimento a questi individui che non hanno nulla da temere ma anche al fatto che unendo le forze ad altri che si trovano nella stessa identica situazione, possono ribellarsi e destabilizzare il sistema se oppressi e trascurati.


Uso

Solitamente questo proverbio è riferito proprio a chi si sente abbandonato dalla Stato e qualche persona più dotta, per rincuorarlo, gli ricorda che lo Stato siamo noi, mentre quelli che lo governano li abbiamo scelti noi mediante le elezioni politiche. Dunque, basterebbe fare scelte diverse alle future elezioni politiche, ovvero dare fiducia a un partito differente da quello attuale oppure raccogliere firme, formare un proprio gruppo per fare sentire la propria voce ecc.
Si è vero non conti niente, perché sei da solo. Ma raccogli le firme di molte persone che convivono col tuo stesso problema e vedrai che ti ascolteranno.


Un altro utilizzo che mi è venuto in mente è quello del tipico bullo a scuola, a cui non interessa seguire la lezione perché grazie all'azienda di papà non ha bisogno né di studiare né di prendere il diploma in quanto ha un futuro già ben incanalato. Dunque, non ha niente da perdere se dovesse prendere un cattivo voto, se dovesse essere sospeso o addirittura respinto. Infischiandosene dell'autorità degli insegnanti e dei propri compagni che invece hanno bisogno del diploma per lavorare e anche di un ottimo voto finale per alzare il punteggio nelle graduatorie dei concorsi.
Ah sei il migliore! Entri, esci, fai quello che ti pare. Per te la scuola è una villeggiatura!



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