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Tema: sull'Ansia e sulla Solitudine

L’uomo moderno è afflitto da molteplici mali ma quelli che riteniamo costanti nel tempo anche per cause ambientali che li fanno insorgere sono l’ansia e la solitudine.
Questi due mali secondo me cono molto connessi tra di loro e per questo non li dividerei l’uno con l’altro. Per parlare di questi due fattori negativi per l’uomo bisogna però darne una breve definizione. L’ansia è uno stato particolare nel quale il soggetto prova senso di paura e di minaccia apparentemente immotivata quindi la nascita del panico. Si prova ansia normalmente quando s’attende con impazienza un amico, oppure quando si sta per partire; l’ansia non si può classificare come patologia infatti è una cosa che arriva in determinate circostanze o meglio viene covato in determinati momenti (si può provare ansia e crisi di panico in luogo chiuso o aperto: claustrofobia ed agorafobia) ma non è sempre un fattore psicologico in quanto una donna senza aver provato traumi infantili può soffrire di claustrofobia in un appartamento al decimo piano, provare terrore semplicemente perché si sente sola, depressa, incompresa e non conoscere nessuno.
Adesso però bisogna capire se si tratta di una malattia nervosa o di una solitudine sociale. La donna in questione dell’esempio proposto soffre di ansia ma questa risposta è dovuta a mancanza di spazio vitale, di spazio per dialogare, si sente sola e la depressione del suo status la porta a crisi ansiogene. Un normale specialista l’avrebbe aiutato con l’uso di calmanti.
L’ansia più che altro è frustrazione perché non si riesce a sfogare il proprio io, perché bisogna seguire gli schemi della vita, perché ci si vede costretti a fingersi con un carattere che non è quello che ci rappresenta al meglio e tutto ciò non fa altro che alimentare continue delusioni.
Se volessimo fare un paragone con la letteratura possiamo associare a tutto ciò la figura che ha creato Pirandello con Il fu Mattia Pascal, un uomo che casualmente è stato classificato come morto ma che in realtà era vivo e vegeto ed apparente stanco della sua vita decide di cambiare viaggiando ma non essendo schedato, perché appunto considerato morto non poteva pagare le tasse, non poteva sposarsi e nemmeno avere la compagnia di un cane, la sua era forma di solitudine.
La solitudine non è semplicemente stare da soli perché ci si può sentire soli anche accerchiato da migliaia di persone, ad esempio in una piazza in occasione della finale di una partita di calcio si può esultare insieme agli altri ma è difficile condividere le stesse emozioni se non si ha qualcuno che la pensa allo stesso modo. Si può pensare anche che la solitudine sia una causa della mancanza nella vita di un partner ma la maggior parte delle volte e proprio questi che lo comporta che ci implica a comportarsi in determinate maniere che nella quale non si è abituati a sostenere per lungo tempo.
L’ansia e la solitudine secondo i medici sono fattori immaginari che ci creiamo nel nostro subconscio interiore, crediamo che qualcosa deve andare storto per forza oppure pensiamo che non siamo adatti a certe cose e si limitano a dare dei farmaci tranquillizzanti che non fanno altro che creare una dipendenza da essi da cui man mano non si potrà farne a meno.
Secondo me certe situazioni vanno risolte, probabilmente, a tentativi senza cadere nell'uso di droghe che servono solamente per agevolare organizzazioni criminali. Cioè bisogna provare a fare quello che ci piace ogni tanto e non seguire sempre le cose che fanno tutti, se abbiamo voglia di andare in una spiaggia di nudisti, se vogliamo vestirci con una maglietta sportiva anziché in giacca e cravatta la domenica in chiesa, se vogliamo diventare indipendenti anche sul lavoro lasciando il posto “sicuro” da dipendente dobbiamo farlo. Il motto della vita è sempre uno, bisogna fare tutto ciò che vogliamo fare e non bisogna mai fare quello che gli altri vogliono che noi facciamo, ognuno ha la propria vita e non deve farsela decidere da altri anche se più potenti di noi sia economicamente che fisicamente perché altrimenti si vive una vita da morti, appunto sotto le paure dell’ansia e della solitudine.



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