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La beltà, Andrea Zanzotto: sintesi

Di cosa parla La beltà di Andrea Zanzotto? Eccovi la descrizione in sintesi delle opere contenute nella sua raccolta poetica più importante.
Zanzotto

La beltà è una raccolta di poesie scritte da Andrea Zanzotto tra il 1961 e il 1967, la cui prima edizione è stata pubblicata per la collaba "Lo Specchio" nel 1968. Si può considerare l'opera più importante nella carriera letteraria di Zanzotto.





Struttura

La raccolta è introdotta da un componimento che funge da proemio che si intitola "Oltranza Oltraggio" ed è suddivisa in tre parti.
La prima parte è composta da tre poesie (La perfezione della neve, Sì, ancora la neve, Alla stagione) e da un poema a sua volta suddiviso in dieci componimenti (Possibili prefazi o riprese o conclusioni).
La seconda parte, è composta da quattro lunghe liriche (Ampolla (cisti) e fuori, Adorazioni, richieste, acufeni, Al mondo, Esautorazioni) e da due poemetti (In una storia idiota di vampiri).
La terza parte è composta dal componimento L'elegia in petèl (in dialetto veneto), da diciotto frammenti che formano la lirica Profezie o memorie o giornali murali e dalla poesia conclusiva della raccolta intitolata "E la madre norma".



Tematiche

Nel libro vengono messi in discussione il collegamento tra le parole e il loro significato tradizionale. Il poeta cambia il modo di comunicare attraverso il testo rendendolo meno chiaro, ma la sua intenzione non è quella di distruggere il linguaggio, dal momento che crede sia esso a creare la realtà. Egli vuole trovare nuovi significati all'interno delle parole che spesso vengono ignorati nel quotidiano ma che invece potrebbero portare vitalità e speranza. Alcuni testi nel libro giocano con il linguaggio utilizzato dalla mamme per coccolare i bambini nel dialetto veneto, imitando i suoni e le melodie del linguaggio infantile (cantilene), come se cercassero l'origine di un significato che oggi è andato perso. Altri testi cercano di esplorare il discorso poetico e la meditazione, ma anche qui, la chiarezza nel modo di comunicare rimane incerta, piena di giochi di parole e dissoluzioni.
Questi utilizzi speciali includono l'uso di figure retoriche, come la ripetizione di suoni simili nelle parole (come "sibilare" e "sapore"), l'uso di parole che sembrano balbettii (come "ba-ba-babbo" invece di "babbo"), o parole che suonano come suoni reali (come "buzz" o "tic-tac"). Inoltre, l'autore può creare nuove parole o prendere pezzi di parole e mescolarli insieme (come "abracadabra"). Tutto questo può sembrare strano o senza senso, ma spesso nasconde un significato nascosto più profondo.



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