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Tema sull'adolescenza


L’adolescenza costituisce il periodo della vita durante il quale l’individuo affronta profonde trasformazioni sia fisiche, sia psichiche, che lo portano all’equilibrio della sua personalità e al riconoscimento del suo ruolo di adulto nella società cui appartiene. Tale fase di maturazione può comportare difficoltà, disagi e malesseri che spesso il giovane avverte confusamente o cela consapevolmente dentro di sé o comunica con estrema difficoltà a coloro con cui quotidianamente entra in contatto.

Tema svolto:
L’adolescenza è sicuramente un momento assai difficile da vivere. In questo periodo il ragazzo deve riuscire ad affrontare tutta una serie di problemi e responsabilità che lo porteranno ad una totale maturazione, nel momento in cui sarà divenuto adulto. Talvolta, però, non è in grado di superare tutte quelle preoccupazioni e in lui si creano forti disagi che, solo raramente, riesce ad esprimere in modo da poter essere aiutato in qualche maniera. Spesso, poi, in quei momenti di difficoltà l’adolescente si isola soprattutto dalla famiglia che si ritrova così incapace di dargli una mano, e per questo il ragazzo va a cercare aiuto dagli amici i quali, la maggior parte delle volte, non interpretano i suoi strani atteggiamenti come segno di malessere interiore.
L’adolescente, nei nostri anni, è spesso visto come una persona priva di ideali, non troppo legato alla famiglia e che dà molta importanza all’amicizia. L’essere privo di ideali, credo, sia dovuto al fatto che i ragazzi pensano di avere tutto ciò che occorre (a parte una maggior libertà), si danno per vinti in partenza e talvolta non imparano a lottare per ottenere ciò che vogliono, perché sono stati abituati così dalle famiglie. Probabilmente tutti i genitori che viziano i propri figli sono coloro che durante l’età adolescenziale non hanno avuto ciò che volevano se non con le lotte, e sanno perciò quanto sia duro “combattere”.
I giovani non hanno gli stimoli da parte di nessuno a contrastare una società che non gli piace, ma a cui imparano ad adattarsi. Per questo è facile che entrino in crisi davanti al primo problema che incontrano. Tali stimoli non gli vengono forniti neanche dagli amici, dai quali si rifugiano per trovare sicurezza e comprensione e per tentare di fuggire dai problemi che purtroppo permangono. Gli adolescenti trovano amici sempre più uguali a loro in modo da non avere contrasti proprio con nessuno. Sostengo che questo tipo di comportamento sia sbagliato, in quanto non aiuta assolutamente un ragazzo a formarsi un carattere e di conseguenza a crescere. È facile trovare sempre conferme fino a quando non si è costretti a dover uscire dall’ambito familiare o dal ristretto gruppo di amici. Nonostante il gruppo sia ristretto, solitamente ci si trova a scendere veramente nel personale solo con pochissime persone, talvolta soltanto una: il cosiddetto “miglior amico”. È un individuo al quale si dice quasi tutto di sé stessi e di cui ci si fida ciecamente. Generalmente è un ragazzo che si conosce da tempo, e che deve saperti ascoltare, ma soprattutto rispettare. Il fatto di avere un solo vero amico dimostra come gli adolescenti temano di esternare ciò che sono veramente, per timore di essere giudicati negativamente da coloro da cui vogliono essere stimati e per questo ci si omologa e si diventa ciò che in realtà non si è.
Un comportamento del genere viene attuato anche nei confronti dei genitori., se essi hanno troppe aspettative dal figlio. Egli inizialmente tenta di soddisfarle, magari reprimendo il suo vero carattere e i suoi reali interessi, poi “scoppia” respingendo la famiglia, ritenendola solo un elemento inutile e instaurando con i suoi componenti un rapporto conflittuale. Avviene il contrario se un genitore si occupa del ragazzo con attenzione, ma nello stesso tempo, gli lascia i dovuti spazi e libertà, perlomeno di scelta. Infatti, se così non dovesse accadere, un giovane si sentirebbe costretto a fare una data cosa e la farebbe mal volentieri. Un genitore deve in ogni caso prestare attenzione a non concedere sempre tutto al figlio, egli deve imparare a non averla sempre vinta in ogni campo. Diventare maturo significa anche saper perdere, e spesso gli adolescenti d’oggi non lo sanno fare, perché gli è sempre stato concesso tutto.
In tutte queste situazioni non è difficile pensare che, nella contorta mente di un adolescente in crescita, si possano creare facilmente disagi. I quali spesso vengono sottovalutati nella loro gravità e capacità di distruggere quelli che dovrebbero essere i momenti più spensierati della vita di un individuo.
Tali difficoltà possono nascere in ogni situazione e, nei casi più gravi, sfociare in gesti estremi (suicidio, autolesionismo, anoressia, bulimia, ecc.).
I problemi possono essere svariati:
- Molti sono legati alla sfera affettiva: gli amici, l’altro sesso. Spesso si è eccessivamente coinvolti in storie che si scopre non essere serie; altrimenti si scopre che il più caro degli amici ci ha traditi, andando a raccontare a terzi ciò che gli avevamo confidato. Niente di più frequente può sfociare in forti depressioni, da cui è difficile uscire senza l’aiuto di qualcuno, che spesso si respinge per paura di subire un’altra delusione.
- Altri dipendono dalla difficile accettazione del proprio corpo. Va infatti ricordato che i cambiamenti di un adolescente sono psichici, ma anche fisici. Spesso infatti la nuova persona che si crea non rispecchia ciò che volevamo essere o ciò che amici, società e talvolta anche genitori ci impongono di diventare. Un tempo era forse un problema più femminile, oggi invece è riscontrabile anche nella maggior parte dei ragazzi di sesso maschile.
- Vengono di conseguenza tutti i disagi causati dal fatto che dipendiamo moltissimo dall’opinione altrui. Capita frequentemente di non sentirsi a proprio agio con un abito (per esempio) che magari non è alla moda o che la ragazza più carina della scuola non indosserebbe mai. Ci si sente osservati da tutti e ci si crea spesso inutili complessi. Proprio per questo si nasconde il proprio modo di essere e magari anche di pensare per standardizzarsi agli altri, tuttavia i problemi aumentano e diventano sempre più numerosi e non si riescono più ad affrontare razionalmente.
- Alcune preoccupazioni possono essere causate da un cattivo rendimento scolastico. Se quest’ultimo non rispecchia le proprie aspettative o, addirittura quelle di un genitore, allora ci si sente sconfitti e migliorare diventa molto difficoltoso.
- Gravi possono diventare le difficoltà causate dal fatto che tra i propri genitori esistono forti conflittualità. Succede di ritrovarsi a vivere in un ambiente difficile, perciò si cerca di evitarlo e ci si allontana sempre di più dalla famiglia. Altrimenti accade che al figlio di due genitori litigiosi si dia la colpa del conflitto e per questo sia sempre più afflitto e disperato. In seguito a fatti del genere, alcuni ragazzi cambiano notevolmente il loro carattere, diventando sempre più estroversi per cercare nei tanti amici uno sfogo ai dispiaceri.
- In ultimo ritengo che i disagi adolescenziali possano essere legati al fatto che, i giovani tendano all’eccessiva omologazione alle altre persone di solito più carismatiche e alle quali si tenta di assomigliare. Ciò comporta il soffocamento del proprio carattere, che però prima o poi deve emergere in qualche modo. Il problema è che, più lo si reprime, più esso emerge sotto forma di problema, disagio.
In conclusione risulta che i ragazzi sono privi di veri ideali, perché non sono stimolati. Con la famiglia hanno un rapporto conflittuale se questa è oppressiva, mentre se è disponibile al dialogo, i rapporti migliorano. Gli amici sono visti come un elemento importante dall’adolescente, perché nel gruppo si trova compreso (anche se spesso è solo un’impressione), comunque si confida veramente solo con pochissime persone di cui è sicuro di potersi fidare.
Per un ragazzo, inoltre, è facile trovarsi in situazioni di disagio dalle quali è poi difficile uscire.
Le cause di tali momenti sono le più svariate e riconducibili ad ogni ambito della vita del giovane.
Risolvere questi disagi è molto arduo, però si può cercare di evitare che giungano a tormentare la nostra vita di adolescenti. Bisognerebbe provare ad accontentarsi di ciò che si è, non dando troppa importanza all’aspetto esteriore, ma potenziando gli elementi positivi di un carattere che può comunque esercitare un certo fascino sugli altri. Perciò bisognerebbe tentare di non voler sembrare chi non si è, per voler assomigliare ad un altro. Il consiglio migliore è quello di avere maggior fiducia nelle proprie potenzialità.
Un consiglio ai genitori è quello di fare maggior attenzione agli atteggiamenti dei figli, per cercare di cogliere tutti i messaggi che, una persona con dei problemi, cerca di inviare a chi la circonda. Se si dovessero cogliere tali messaggi, le difficoltà andrebbero affrontate con tranquillità, perché è questa che manca ai ragazzi.



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