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Mappa concettuale: Futurismo


Il Futurismo nasce nel 19019 con il Manifesto del futurismo scritto da Marinetti (1876-1944), pubblicato in francese sul quotidiano "Le Figaro", esso si scaglia contro la cultura accademica contro le forme e i valori tradizionali. Marinetti è stato un poeta e scrittore italiano impegnato per un linguaggio moderno, libero dalla metrica e dalla rima, come già avviato a Parigi, ma non nell'Italia conservatrice, eccetto che per la Scapigliatura milanese, ispirata al divisionismo francese.

Il manifesto del futurismo esalta in 10 punti il pericolo, il coraggio, la velocità, la guerra, il disprezzo della donna per il moralismo e femminismo, una nuova estetica legata alla tecnologia e alla macchina. Il futurismo coinvolge tutte le forme di espressione, anche politica e sociale. Con Marinetti ha un pubblico vasto e nel 1910 a Torino esce il Manifesto dei pittori futuristi e il Manifesto tecnico della pittura (che indica di preferire l'immagine in movimento), firmati da Marinetti, Boccioni, Carrà, Russolo, Balla e Severini. Seguono altri manifesti che allargano il confronto fra "Passatismo e Modernolatria"; in poesia si usano vocaboli onomatopeici con caratteri di forme e dimensioni diverse: nasce nei libri futuristi la "tavola parolibera".

Il futurismo rispecchia le idee politiche interventiste, irredentiste e fasciste. Il futurismo politico durerà solo due anni (dal 1918 al '20), dopo aver aderito nel 1919 ai fasci di combattimento, Marinetti scioglierà l'alleanza e riporterà il futurismo unicamente all'arte.



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