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Quando 'l fanciul da piccolo scioccheggia - Antonio Pucci

Testo:

Quando 'l fanciul da piccolo scioccheggia,
gastigal con la scopa e con parole;
e, passati i sett'anni, sì si vuole
adoperar la ferza e la correggia;
e se, passati i quindici, e' folleggia,
fa' col baston, chè altro non gli duole,
e tante gliene da' che, dove suole
disubbidirti, perdonanza chieggia.
e, se ne' vent'ancor ben far nimica,
deh, mettilo in prigion, se te ne cale!
e quiv'un anno di poco 'l notrica.
E, se ne' trenta e' facesse pur male,
amico mio, non vi durar fatica:
ch'uom di trent'anni gastigar non nvale.
Partil da te cotale
ch'essere vuol, benché ti sie gran duolo,
e fa' ragion ch'e' non sia tuo figliolo.



Parafrasi

Quando il bambino da piccolo commette delle sciocchezze, castigalo con la scopa e coi rimproveri; quando ha passati i sette anni conviene adoperare la frusta e la sferza; e se ancora fa delle sciocchezze dopo i quindici anni, picchialo col bastone, perché di altro non soffre, e dagliene tanti che ti chieda perdono per le sue continue disubbidienze.
E se a vent'anni ancora non vuole saperne di comportarsi bene, se ti sta a cuore, suvvia, mettile in prigione! e qui lascialo a languire con poco cibo per un anno. E se continuasse a trent'anni a comportarsi male, amico mio, non darti pena per niente, perché non v'è scopo nel castigare un uomo di trent'anni. Allontana da te colui che non ne vuol sapere, e anche se ciò ti costasse molto dolore, fai conto che non sia tuo figlio.


Commento

Antonio Pucci, campanaro e banditore del comune di Firenze, è un poeta popolaresco e sentenzioso: i suoi versi, per questo, si collocano nella poesia gnomica toscana. Una saggezza ruvida e affabile, ispira molte delle sue rime d'argomento familiare, come questo sonetto che riassume, con un fondo amaro, l'esperienza d'un padre. Semplici e popolari, più che primitivi, sono gli strumenti che egli consiglia a chi abbia un ragazzo riottoso e male inclinato da educare: la scopa, la sferza, il bastone, la prigione. Ma il tono, sopra le parole, è bonario e triste: comprensione e rassegnazione vi si mescolano.



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