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L'anno nuovo, poesia di Gianni Rodari: testo e significato

Come sarà l'anno nuovo secondo Gianni Rodari? Con leggerezza ed ironia eccovi le previsioni dell'anno nuovo, con testo e significato della poesia.
Anno-nuovo

L'anno nuovo è una poesia di Gianni Rodari che fa parte della raccolta Filastrocche in cielo e in terra (Torino, Einaudi 1960). È una delle più celebri poesie da dedicare all'anno nuovo in occasione del giorno di Capodanno: è leggera e allegra, non sarebbe una cattiva idea farla conoscere ai più piccoli e potrebbe essere integrata nel programma scolastico di italiano della quarta o della quinta classe della scuola primaria.





L'anno nuovo: scheda poesia

Titolo L'anno nuovo
Autore Gianni Rodari
Genere Filastrocca
Raccolta Filastrocche in cielo e in terra
Data 1960
Corrente letteraria Realismo
Temi trattati Le previsioni per l'anno nuovo
Personaggi Indovino
Frase celebre «Indovinami, indovino | tu che leggi nel destino: | l'anno nuovo come sarà? | Bello, brutto, o metà e metà?»




Testo

Indovinami, indovino
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto, o metà e metà?

Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo del lunedì
avrà sempre un martedì.

Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno.




Analisi del testo

Schema metrico: tre strofe in rima baciata (AABBCCDD).

Nella prima strofa il poeta consulta un indovino e gli domanda come sarà il suo futuro nel nuovo anno che sta per arrivare, se sarà positivo, negativo oppure con alti e bassi. Nella seconda strofa prende parola l'indovino e rivela tante ovvietà come per esempio che il nuovo anno sarà caratterizzato da quattro stagioni (primavera, estate, autunno e inverno) e dodici mesi, che ci sono giorni festivi come carnevale e ferragosto, e che ogni lunedì della settimana è seguito da un martedì. Nella terza strofa ammette che più di così non può rivelare dell'anno nuovo, queste sono le informazioni che ha trovato nei suoi grandi libri (di magia) e che quindi anche l'anno che verrà non può che essere come tutti gli altri che ci sono stati prima, ovvero come ognuno sceglierà di viverlo.



Commento

L'insegnamento che vuole darci il nostro amatissimo poeta italiano è che non serve consultare gli indovini per prevedere il futuro. L'indovino stesso si diverte a prendersi gioco della vittima di turno che crede alla magia, alla sfera di cristallo e ai tarocchi, e in genere si inventa il futuro di questa per il solo scopo di trarne un compenso economico. Qui invece gli mostra quello che sa davvero del nuovo anno, ovvero niente, dato che ciò che rivela sono informazioni comuni a tutti gli anni. Questa allegra poesia è un modo per avvertire i creduloni che non bisogna prendere sul serio chi afferma di possedere doti magiche, perché il futuro siamo noi a scriverlo. Siamo noi a renderlo bello o brutto, perché tutto è condizionato dalle nostre scelte e dal nostro modo di vivere la vita. Siamo noi gli artefici del nostro destino!



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