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Allora, Pascoli: parafrasi, analisi, commento

Appunto di letteratura sulla poesia Allora di Giovanni Pascoli: testo, parafrasi, analisi del testo, figure retoriche e commento.

Allora è una poesia di Giovanni Pascoli del 1891 che fa parte della raccolta Myricae. In questa poesia il poeta descrive un ricordo felice di breve durata ma che in realtà finisce per diventare solo un'illusione.





Allora di Giovanni Pascoli

In questa pagina trovate tutto ciò che riguarda la poesia Allora di Giovanni Pascoli: il testo della poesia, la versione parafrasata del testo, l'analisi del testo (spiegazione del titolo, parole chiavi e figure retoriche) e un commento personale che spiega il parere dell'autore e di chi legge la poesia.

Titolo Allora
Autore Giovanni Pascoli
Genere Poesia
Raccolta Myricae
Corrente letteraria Decadentismo
Data 1891
Luogo Non viene precisato
Contesto storico Un vecchio ricordo di Pascoli
Temi trattati La felicità
Frase celebre «Un punto!... così passeggero, che in vero passò non raggiunto, ma bello così, che molto ero felice, felice, quel punto!»



Testo

Allora... in un tempo assai lunge
felice fui molto; non ora:
ma quanta dolcezza mi giunge
da tanta dolcezza d'allora!

Quell'anno! per anni che poi
fuggirono, che fuggiranno,
non puoi, mio pensiero, non puoi,
portare con te, che quell'anno!

Un giorno fu quello, ch'è senza
compagno, ch'è senza ritorno;
la vita fu vana parvenza
sì prima sì dopo quel giorno!

Un punto!... così passeggero,
che in vero passò non raggiunto,
ma bello così, che molto ero
felice, felice, quel punto!



Parafrasi

Allora in un tempo molto lontano
fui molto felice; ma non adesso:
e quanta dolcezza mi ritorna in mente
dai bei ricordi di allora!
Quell'anno! Per tutti gli anni che sono
trascorsi e che trascorreranno,
non può la mia mente
dimenticarsi di quell'anno!
Quello fu un giorno che non avrà
uguali, che non ritornerà;
la vita fu inutile apparenza
sia prima che dopo quel giorno!
Quel punto trascorse così velocemente,
che in realtà non fu mai raggiunto
tuttavia fu talmente bello, che ero tanto
felice per quel punto!



Analisi del testo

Schema metrico: Ci sono 12 versi novenari, cioè costituiti da 9 sillabe e 4 versi ottonari, cioè formati da 8 sillabe (il secondo, il quinto, il settimo e il quindicesimo verso). La poesia è suddivisa in quattro strofe di 4 versi ciascuna (quartine). La rima è alternata secondo lo schema ABAB CDCD FGFG HIHI.

Della poesia viene messo in risalto il titolo "Allora" per indicare un momento illusorio, perché di breve durata. Un'altra parola chiave contenuta nel testo è "felice", che è collegata ad "Allora" in quanto indica che il concetto di illusione è legato alla felicità, che è bella anche se non dura quasi niente.

Alla fine di ogni strofa è presente il punto esclamativo, che ha la funzione di contenere tutta la bellezza, la gioia di breve durata del passato che non si ripeterà più.
Da segnalare anche una contrapposizione: il presente non è più all'altezza del passato.
Inoltre i tempi verbali sono coniugati al passato remoto (e non al passato prossimo), che si usa, appunto, quando un'azione o un fatto è accaduto in un tempo lontano.



Figure retoriche

Di seguito abbiamo elencato le principali figure retoriche contenute nel testo.

  • Anastrofe = "felice fui molto" (v.2), cioè fui molto felice; "Un giorno fu quello" (v.9), cioè fu quello un giorno; "bello così" (v.15), cioè così bello; "molto ero" (v.15), cioè ero molto.
  • Antitesi: "felice fui molto; non ora" (v.2).
  • Poliptoto = "anno, anni" (v.5).
  • Figura etimologica = "fuggirono, fuggiranno" (v. 6)
  • Epanalessi = "non puoi, mio pensiero, non puoi" (v. 7). Per la ripetizione.
  • Climax discendente o anticlimax = si passa da "Allora", che è un tempo indefinito, a "punto", che è un momento ben definito.
  • Allitterazione della L = "Allora... in un tempo assai lunge" (v. 1); "ma bello così, che molto ero felice, felice, quel punto" (vv. 15-16).
  • Allitterazione della N = "Quell’anno! per anni che poi fuggirono, che fuggiranno" (vv. 5-6); "che in vero passò non raggiunto" (v. 14).
  • Allitterazione della P = "non puoi, mio pensiero, non puoi" (v. 7).
  • Anadiplosi = "felice, felice" (v. 16)


Commento

Pascoli ebbe una vita piuttosto infelice e piena di affanni: prima perché gli uccisero il padre, poi perché a seguito della sua morte i problemi economici familiari lo gravarono per molto tempo. In questa poesia, ci parla di un periodo felice del passato, trascorso così velocemente che non è così sicuro che l'abbia vissuto realmente, e vive solo nel ricordo di questa felicità, come consolazione (come un punto luminoso nel buio pesto della vita piena di sofferenze e delusioni). Forse anche questa piccola e breve felicità che pensa di aver raggiunto e anch'essa un'illusione che non c'è mai stata.



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