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Di luglio - Ungaretti: parafrasi, analisi e commento

Appunto di letteratura riguardante la poesia "Di luglio" di Giuseppe Ungaretti: testo, parafrasi, analisi del testo, figure retoriche e commento.

La poesia "Di luglio" è stata scritta da Giuseppe Ungaretti, porta l'indicazione dell'anno di stesura "1931" ed è contenuta in Fine di Crono, una sezione della raccolta Sentimento del tempo.



Indice




Testo

Quando su ci si butta lei,
si fa d'un triste colore di rosa
il bel fogliame.

Strugge forre, beve fiumi,
macina scogli, splende,
è furia che s'ostina, è l'implacabile,
sparge spazio, acceca mete,
è l'estate e nei secoli
con i suoi occhi calcinanti
va della terra spogliando lo scheletro.



Parafrasi

Il fogliame diventa di un triste colore rosa
quando l'estate ci si butta sopra.
Consuma lentamente le gole strette e ripide, prosciuga i fiumi,
corrode gli scogli, splende,
è una furia, ostinata e implacabile,
si estende ovunque e impedisce la visuale,
è l'estate, che col suo calore
tutto consuma mostrando la nuda terra arsa dal sole.



Spiegazione per parola

  1. Lei: estate.
  2. Strugge forre: distrugge, erode le pareti in cui scorrono corsi d'acqua.
  3. Macina: sgretola, corrode.
  4. Sparge...mete: aumenta l'estensione dei luoghi, impedisce la visione dei confini.
  5. Calcinanti: che riducono a calce, per il calore che emanano.
  6. Va...scheletro: rende più nudo lo scheletro della Terra, appunto perché strugge forre, beve fiumi, macina scogli...



Analisi del testo

Metrica: versi liberi. Libera alternanza di ottonari, novenari, endecasillabi.

Il soggetto, posticipato al verso 8, è l'estate, segue la descrizione degli effetti dell'arsura estiva resi più evidenti dall'allitterazione iniziale ("strugge forre", "sparge spazio"). Il primo verso, è costituito da un verbo "forte" associato a particelle monosillabiche ("su ci si butta lei") e introduce un ritmo aggressivo e spezzato. Il periodare è breve, basato su rapide sequenze enumerative. Dopo l'introduzione del soggetto il ritmo si placa e si allenta perché il poeta, dopo aver descritto l'azione dirompente dell'estate, riflette sugli effetti prodotti da tale azione. L'azione distruttiva dell'estate finisce per estendersi, dalle realtà naturali ("forre", fiumi, scogli"), all'intera dimensione spaziale ("spazio, mete"), impedendo di distinguere le linee di confine a causa della luce accecante ma anche per la nebbiosa del sole estivo.
Il lento fluire del discorso si racchiude in un finale macabro, come se si riuscisse a vedere lo scheletro di un cadavere, come se la natura fosse stata scarnificata.



Figure retoriche

Enjambements = vv. 2-3; 9-10.

Antitesi = "sparge spazio" e "acceca mete" (v. 7). Il primo da una sensazione di espansione, il secondo di restringimento.

Metafora = "quando l'estate ci si butta sopra" (v. 2).



Commento

La seguente lirica del 1931 (sono anni difficili per il poeta che si è stabilito a Roma), è una delle più tristi di Ungaretti. Ungaretti descrive la stagione estiva in un modo molto particolare ed imprevisto. Di solito l'estate è vista come una stagione bella con il sole splendente e con tanti colori che esaltano i paesaggi (luminosità, colore, gioia di vivere) ma per il poeta l'estate è tutt'altro: una furia distruttrice. Così si mette a descrivere i suoi aspetti più drammatici, come la corrosione e la distruzione della stessa natura.
Le foglie, a causa dell'effetto del sole, diventano di un colore rosa triste. L'estate è una furia implacabile, ci dice Ungaretti. Essa annienta la vista, "sparge spazio", stritola le rocce, asciuga i torrenti, fa inaridire il terreno rendendo le piante scheletriche. Ma il sole intenso dell'estate fa un qualcosa di ancora più grave: confonde le menti degli uomini e li disorienta.
Questo serve a farci capire che l'oscuro male di vivere si può trovare anche nei posti più impensabili, pure nel sole di luglio.

Questa poesia contiene un esempio significativo di barocco ungarettiano, come ricerca di uno stile più ricco e accentuato, per l'uso dell'analogia tipica del Barocco e per una maggiore enfasi. Il Barocco ha sbriciolato il Classicismo per ricostruire un nuovo stile. Visti in chiave allegorica questi versi potrebbero rappresentare una stagione della vita umana, la maturità, che, esplodendo si consuma.



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