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Tema sul Terzo Mondo

Lo squilibrio economico tra le diverse zone del pianeta rischia di provocare, se non colmato al più presto, uno spopolamento dei paesi sottosviluppati: le prima avvisaglie si stanno avendo con l'eliminazione degli extracomunitari. Un evento che certamente non risolve il problema, semmai lo aggrava.

Tema Svolto:
Da alcuni anni statistici e politici ripetono che occorre aiutare il Terzo Mondo se si vuole evitare la guerra, o la recessione, o la disuguaglianza sociale. Il povero di per se, è schiavo, della miseria, dell'inerzia, del non possesso, del vuoto di prospettive, dell'inedia. Quando l'Italia è stata sconfitta dagli alleati nel 1943 o per essere più precisi ha declinato una guerra a servizio di Hitler, non sentita, a molti indipendentisti criteri, somali e abissini parve un miraggio raggiunto acquistare la propria autonomia. Da quel giorno in cui l'hanno acquistata, si sono succeduti governi instabili e incapaci: per reggersi hanno fatto ricorso alle alleanze non sentite dal popolo; la situazione economica e precipitata e le classi povere hanno visto peggiorare le proprie condizioni. Invano i popoli europei hanno inviato aiuti di ogni genere. La guerra era così feroce da impedire che gli aiuti giungessero a destinazione e i pochi aiuti, giunti a fatica sul posto , si sono rivelati insufficienti davanti a tanto bisogno. Certamente la penuria di ogni genere non sarebbe mai accaduta se le colonie africane fossero rimaste patrimonio italiano, noi italiani mai avremmo fatto morire di fame uomini, donne e bambini ai quali vogliamo bene perché li consideriamo appartenenti alla nostra stessa comunità. La stessa cosa si può dire delle colonie che hanno riscosso il gioco belga, olandese, francese, inglese: sono piombati nella guerra civile tra bianchi e negri, nell'apartheid, nel terrorismo, nella guerra civile, da una situazione di pace e di buona economia, grazie agli aiuti della madrepatria sono precipitati nel baratro. Pochi sono gli stati ex-colonie europee che godono di pace; se ne usufruiscono lo devono alle buone relazioni con i paesi europei. Essere europei significa avere una forte responsabilità di porgere aiuto e vivere a chi ne ha bisogno. Tali aiuti noi li porgiamo non tanto per evitare, un domani, la guerra; ma perché siamo davanti a esseri umani dotati di ragione e di sentimento, di mente e d'intelletto e perché sappiamo che il primo e fondamentale dovere dell'uomo, è quello di essere solidale con i propri simili: allora soltanto noi ci sentiamo sereni, soddisfatti, a posto con la coscienza.
Ma c'è di più. I popoli affamati e travagliati dalle disagiate condizioni economiche: anziché stringersi compatti insieme per avviare, unendo gli sforzi al male comune si fanno guerra, aumentano le inimicizie, danneggiano il poco raccolto altrui, coltivano l'autolesionismo, la vendetta e le faide. Soltanto i popoli fortemente sviluppati dispongono di grandi diplomatici e gli intellettuali, che possono affrontare intorno ad un tavolo le questioni che insorgono via via e che offrono infiniti spazi d'indagine e di risoluzione. Tra i paesi ad economia povera e dissestata si contano tutti quelli che una volta si definivano socialisti ed erano filosovietici: Polonia, Romania, Bulgaria, Jugoslavia, Albania. Nell'Africa tutti i paesi appartengono al Terzo Mondo, anche l'Egitto, ricco soltanto di risorse monumentali. Si potrebbe escludere solo l'Africa australe per le ricchezze minerarie e l'agricoltura fiorente ma lì è imperversa l'apartheid.
Sono considerati paesi del Terzo Mondo anche l'Argentina e il Cile, a causa di regimi autoritari che hanno dilapidato le loro risorse e impoverito le popolazioni. L'aiuto ai paesi sottosviluppati fu impedito dalla guerra fredda tra i due blocchi, ma ora con la distensione e la pacifica convivenza qualcosa concretamente si sta facendo. Gli organismi internazionali fanno pressione per avere aiuti, presso gli stati aderenti, qualche stato si muove ma i più sono incerti e divisi dalle priorità dei problemi da risolvere. La malattia endemica delle democrazie è il compromesso, la lentezza, la perplessità, forse c'è bisogno di un pugno di anime coraggiose e ben determinate.
Oggi in Italia c'è l'immigrazione dei negri e degli altri extracomunitari. Il governo ha voluto legalizzarli, invitandoli a notificarsi agli uffici di polizia. La stampa e molti parlamentari si sono detti d'accordo con il provvedimenti per il bene dell'umanità e la solidarietà civile. Questa gente che viene da noi per guadagnarsi il pane è gente giovane. Essi rappresentano il fiore dell'umanità e della gioventù che potrebbe starsene tranquilla nelle sue case e città se l'avessimo aiutati a costruire e ad istruirli nel loro paese anziché invitarli nelle nostre nazioni che tra l'altro si stanno indebolendo sul piano economico, in particolar modo l'Italia. Questo perché gli immigrati non sono affatto persone limitate, anzi, sono molto più volenterose di noi ed imparano più in fretta indipendentemente dal tipo di lavoro perché hanno rischiato la loro vita per arrivare sino a qui con le loro imbarcazioni strapiene di immigrati. L'Italia è giusto che faccia il primo soccorso ma è pur sempre una piccola nazione, tra l'altro coi suoi problemi, e non può ospitare di certo tutte le persone provenienti dal Terzo Mondo altrimenti diventerebbe anch'essa un paese sottosviluppato ma questa regola vale per qualsiasi paese che si impunta sul fare del bene, quindi bisogna far qualcosa di collettivo per far progredire i loro paesi rimasti sottosviluppati, immediatamente, perché col passare del tempo la situazione potrà solo aggravarsi e solo un aiuto concreto a livello mondiale potrebbe risolvere il problema.



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