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Sintesi: Seconda metà dell'Ottocento

Sintesi:

Nella seconda metà dell’ottocento dopo l’unità d’Italia raggiunta dopo moti insurrezionali,guerre d’indipendenza e annessioni,iniziarono a presentarsi problemi nel sud Italia specialmente di carattere lavorativo. L’unificazione d’Italia fu,senza dubbio,un evento straordinario e imprevedibile,ecco perché tutti furono sorpresi e impreparati dinanzi alla nuova realtà. Ora occorreva unificarla nelle strutture e nelle leggi. Con la mancanza di Cavour i primi passi del nuovo Stato furono alquanto incerti. L’Italia è fatta,facciamo l’italiani,pare che abbia allora esclamato Massimo D’Azeglio e giustamente tale frase,che riassumeva le esigenze del momento,divenne famosa. Le comunicazioni erano quasi inesistenti e di conseguenza la scarsa estensione di strade rotabili e ferroviarie era un ostacolo notevole,per gli scambi da regione a regione. La situazione sanitaria era grave e la minaccia di serie malattie e di epidemie non era irreale. L’analfabetismo toccava punte paurose: nel 1861 un censimento rilevò tra la nostra popolazione l’esistenza del 75% di analfabeti,mentre in alcune zone del sud si arrivava al 90%. Arretrata era l’agricoltura ,salvo in Piemonte e Toscana,anche perché l’industria era scarsamente attrezzata. Nel parlamento appena costituitosi ,si contrapponevano due schieramenti,i moderati,seguaci di Cavour,liberali e monarchici costituivano la Destra,espressione degli interessi del ceto borghese. La sinistra comprendeva,invece,mazziniani e garibaldini,progressisti e repubblicani. I moderati proponevano riforme graduali da attuarsi sotto l’egida del re e all'interno di un sistema monarchico parlamentare. I progressisti propugnavano una soluzione democratica e popolare per i numerosi problemi del Regno d’Italia.Nei primi sedici anni di vita,dal 1861 al 1876 l’Italia fu governata dalla Destra,che si impegnarono nella risoluzione delle tante questioni di natura economica,sociale e politica. Il carattere generale della politica interna che si succedettero in quegli anni fu la cosiddetta Piemontesizzazione dell’Italia cioè i governi estesero l’amministrazione del Piemonte in tutta Italia.Fra i provvedimenti più impopolari ci fu l’aumento dei prezzi dei generi alimentari. Si creo inoltre una Burocrazia,si diede,coi codici del 1866,un’unica legislazione all'intera penisola. L’istruzione elementare fu resa gratuita con la legge Casati del 1859 ed obbligatoria con la legge Coppino del 1877. Il malcontento serpeggiava soprattutto nel Mezzogiorno,per le gravose tasse,che prima si pagavano solo in misura ridottissima,anche perché poco si faceva per opere e servizi pubblici. Di pari passo accresceva l’insofferenza per tutto ciò di nuovo si introduceva,per cui si consolidò una forma di protesta già presente all'epoca della dinastia borbonica: il brigantaggio. La lotta contro i briganti assunse l’aspetto di una vera e propria spedizione militare contro i contadini,che reclamavano giustamente la distribuzione delle terre,e contro le popolazioni,che volevano pane e giustizia sociale. Non fu fatto nessun tentativo per risolvere i gravosi problemi, che da sempre affliggevano il mezzogiorno. Ecco perché si delinea e assume aspetti drammatici la cosiddetta Questione Meridionale.



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