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Tema: Immaginati come Commerciante nell'Età Comunale

Tema Svolto:  immagina di essere un artigiano, oppure un apprendista o un ricco mercante di una bottega artigianale nell'età comunale in giro per le fiere.

Stavo iniziando a fare i compiti, ma ero piuttosto stanco in quel momento, e così mi addormentai. Stavo sognando ed a quanto pare mi trovavo nello stesso periodo storico del mio libro di storia, era il periodo dell'età comunale, ne sono certo. Le strade erano piene di mercanti che sbandieravano i loro prodotti e la gente guardava e comprava fiera di aver fatto un affare. Io ero un po' scosso e non sapevo cosa fare e così chiesi dove ci trovavamo ma i mercanti si presero gioco di me.
Avevo fame, molta fame e così chiesi dove potevo trovare qualcosa da mangiare ma ero piuttosto sporco e non avevo nemmeno un soldo, o qualcosa di prezioso per poter acquistare il cibo e così chiesi ad uno dei mercanti se mi poteva prestare dei soldi. Lui mi guardò inizialmente male salvo poi offrirmi un posto di lavoro come venditore di stoffe dicendomi che il 30% dei soldi ricavati dalla vendita delle stoffe sarebbe stato mio, ed io accettai dato che non avevo scelta.
Così aspettai che la clientela si avvicinasse ma sembrava non arrivare mai, aspettai 1 ora, poi 2 ma non cambiava nulla. Il mercante rideva insieme agli altri suoi amici mercanti della mia tristezza e così mi demoralizzai un po'. Poi notai che gli altri venditori vendevano merce anche più scadente di quella che offrivo io ma capii che per attirare gente avrei dovuto gridare ciò che vendevo e così feci.
Gridavo il prezzo delle stoffe, gridavo che era un occasione da non perdere e che le stoffe duravano a vita, in poco tempo una folla di persone, in particolare di donne si avvicinò al negozio mercantile in cui stavo lavorando e volevano fare acquisti e così, finalmente riuscii a vendere un bel po' di merce. Il mercante rimase stupefatto, mi offrì metà del suo pranzo e disse che non aveva mai venduto tutta questa merce in mezza giornata di lavoro e vide in me del talento e con una battuta disse che per lavorare in un negozio di stoffe avevo la stoffa giusta per questo lavoro.
Io non mi trovavo molto a mio agio ed accettai ugualmente, i giorni passavano ed eravamo diventati soci in affari e le nostre bancarelle erano sempre piene grazie ai cartelloni affissati anche nel paese in punti strategici la gente sapeva già dove trovarci e veniva volentieri ed ovviamente anche i soldi accumulati erano sempre maggiori.
Con il denaro accumulato reinvestimmo una parte sempre sul mercato, mentre l’altra nell'acquisto di beni immobiliari, come una casa in cui alloggiare. Mi stavo quasi abituando a questo modo di vivere, parecchio distante della realtà in cui viviamo, dato che il lavoro veniva seguito direttamente dal mercante e difficilmente veniva delegato ad altre persone e la gente aveva tanta voglia di spendere in beni materiali, il che mi fa pensare che l'età comunale è l'opposto della società in cui viviamo, pigra e troppo monotona. Mentre riflettevo scivolai in una pozzanghera, feci un sobbalzo e mi svegliai, era mia sorella che mi chiamava perché ancora dovevo scrivere il tema su un periodo storico, per fortuna che adesso so' cosa scrivere perché prima non avevo neanche l'idea.



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