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Tema sul Nucleare

Temi svolti: 
La fine della “guerra fredda” non ha risolto la questione delle armi nucleari: resta preoccupante il problema dello stoccaggio delle troppe testate atomiche presenti negli arsenali militari della maggiori potenze.

Avvio alla composizione:
Periodicamente si apprende di test nucleari ad opera di qualche potenza e persino di qualche Stato emergente del Terzo Mondo: un allarme che va ad aggiungersi a quello per lo “stoccaggio” delle troppe testate nucleari presenti negli arsenali U.S.A. e dell’ex U.R.S.S. che, dopo la fine della “guerra fredda”, non hanno più ragione d’essere.

Ci eravamo illusi che, finita “la guerra fredda” sarebbe svanito pure l’incubo nucleare. Invece il ripetersi di test nucleari ci fa comprendere quanto siamo ancora lontani dall'affermarsi di una vera coscienza di pace e dall'avvio di un reale disarmo atomico.
I decenni seguiti alla fine della seconda guerra mondiale erano stati caratterizzati dalla “guerra fredda”, cioè dalla contrapposizione delle due superpotenze, USA e URSS, ciascuna preoccupata della propria sicurezza e gelosa della propria egemonia nella rispettiva zona d’influenza. In quegli anni era proseguita una folle corsa agli armamenti, con arsenali atomici che erano diventati unitissimi, capaci, con il loro terribile potenziale, di distruggere centinaia di volte il nostro Pianeta. Si era, in realtà, conseguita una pace instabile nel segno di un “equilibrio del terrore”, che, come detto, aveva generato un vero e proprio incubo della sempre possibile deflagrazione atomica. Nella messa a punto di sempre più sofisticati congegni di morte, lo spreco di risorse fu immenso. In quella folle corsa, gli esperimenti nucleari si erano intensificati e, proprio di recente , dagli archivi delle due superpotenze, sono uscite notizie agghiaccianti su come, negli anni ’50, fosse stata messa a repentaglio, e con quale incredibile cinismo delle autorità, la vita di migliaia di individui, esposti alle radiazioni conseguenti agli esperimenti nucleari condotti sia negli Stati Uniti sia nell’ex Unione Sovietica.
L’aspetto paradossale della corsa agli armamenti nucleari era ed è ancora che le armi nucleari sono in effetti costruite per non essere usate: esse cioè hanno una funzione di deterrenze nei confronti di un possibile attacco esterno, in quanto esporrebbero l’aggressore a una ritorsione che sarebbe devastante.
I costi della ricerca e della produzione di sempre più sofisticati congegni nucleari sono altissimi e si richiedono, oltre che anni di progettazione e di studio, anche continue verifiche e simulazioni d’uso con esperimenti che hanno un inevitabile impatto sugli equilibri naturali, in quanto espongono l’ambiente, in cui effettuano gli esperimenti, alla contaminazione nucleare che può propagarsi anche ben al di là delle inizialmente ipotizzate aree riservate all'esperimento.
Nella loro folle corsa agli armamenti nucleari, Stati Uniti e Unione Sovietica avevano creato arsenali nucleari fornitissimi, che solo in minima parte gli ultimi accordi al vertice avevano ridotto. In effetti oggi, a guerra fredda, conclusa, rimane il grave problema dello stoccaggio delle armi nucleari, sia negli Stati Uniti sia nell’ex Unione Sovietica, ma soprattutto nel territorio di quest’ultima, dove decine di migliaia di testate nucleari, che tra l’altro richiedono anche un controllo e una manutenzione continua e costosa, rappresentano un grave rischio di contaminazione nucleare, non solo, ma data l’instabilità politica degli Stati sorti dalle ceneri dell’ex Unione Sovietica, rappresentano anche un rischio per la pace nel mondo, in quanto potrebbero essere clandestinamente vendute a governanti senza scrupoli, ad esempio a qualcuno dei dittatori che ancora tiranneggiano alcuni Paesi del Terzo Mondo.
La stessa disattivazione delle armi nucleari non si presenta di facile esecuzione, richiedendo interventi specialisti ed estremamente costosi, nonché tempi molto lunghi con spreco di risorse e con il persistente rischio di una contaminazione radioattiva dell’ambiente.
La fine della “guerra fredda”, come si vede, se ci ha liberato dall'incubo dello scontro nucleare fra le due superpotenze di una volta, non ci ha tuttavia liberati dal rischio di una proliferazione di armamenti ed esperimenti nucleari da parte delle medie potenze e perfino di qualcuno dei Paesi emergenti del Terzo Mondo.
Se non si assume al più presto una linea di condotta internazionale che scoraggi queste iniziative, risulterà sempre più difficile mettere totalmente e definitivamente al bando gli esperimenti nucleari a fini militari. E’ importante, al riguardo, che l’ONU esca dal suo immobilismo e diventi capace d’imporre sanzioni a chi viola la tregua nucleare. Bisogna decisivamente avere la volontà di mettere al bando tutti gli esperimenti nucleari e impegnare gli scienziati di tutto il mondo in un efficace progetto di disattivazione delle testate nucleari oggi presenti negli arsenali delle maggiori potenze.
La coscienza dei governanti deve essere scossa e, per questo, è senz'altro necessaria la mobilitazione della opinione pubblica mondiale, che deve, con forza, far sentire la sua protesta ogni qual volta si verifichino nuovi test nucleari ed ogni volta si tergiversi sulla decisione di smantellare arsenali nucleari.
Il problema della pace e quello della difesa degli equilibri ambientali sono ormai saldamente intrecciati, in quanto le devastazioni provocate dagli inquinamenti batteriologici e dalle contaminazioni, che nuove armi chimiche e nucleari possono comportare, causerebbero dei danni che andrebbero ben al di là delle sole distruzioni belliche, in quanto rischierebbero effettivamente di compromettere la vita sul nostro Pianeta.
Il messaggio ormai è chiaro: la scienza deve essere la forza d’indicare anche il limite oltre il quale non si può andare; la scienza deve avere il coraggio d’indicare ciò che non si può fare.



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