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Storia dell'America Latina

Riassunto di storia

Nel 1900 il Messico era un paese di 12 milioni di abitanti in cui 12 milioni erano contadini poveri che lavoravano per le "forche" (parola non certa), ricche famiglie proprietarie terriere. Solo in alcune regioni era stata avviata una fiorente attività mineraria (rame e petrolio) che dipendeva da capitali euroamericani. Il paese era retto da un dittatore, Diaz, e nel 1911 cominciarono le prime rivolte contadine che nel giro di 10 anni portarono il Messico a diventare una repubblica.
Tra i rivoluzionari emersero 2 figure: Enrico Zapata, che operava nelle regioni del sud (morto nel 1919) e Francesco Villa detto Pancho Villa che operava nelle regioni del nord e che si dischiuse per gli scontri con le truppe americane che proteggevano i loro interessi in Messico.
Il primo presidente fu Cardenas che procedette ad una riforma agraria radicale che distribuì la terra ai contadini, nazionalizzò le ferrovie e l'industria dell'estrazione petrolifera.

L'America Latina nel periodo 1930-1950

Nel corso degli anni '30 si verificò il passaggio dell'economia dell'America Latina dall'influenza britannica a quella americana. La crisi economica del '29 ebbe ripercussioni anche nel Sud America: essi videro calare i prezzi dei principali beni di esportazione (rame, carne, zucchero, petrolio) e l'abbassamento dei profitti ridusse il denaro disponibile per comprare dagli USA e dall'Europa beni di consumo e manufatti.
Ciò fu positivo perché diede spinta allo sviluppo dell'industria latino americana che raggiunse il massimo dell'espansione durante la II guerra mondiale quando le economie dei paesi impegnati in guerra pensavano solo allo sforzo bellico.
Questo rapido sviluppo economico portò al cosiddetto populismo, una guerra di governo in cui la figura presidenziale assomigliava quasi ad una dittatura ma essa curava il rapporto diretto con la masse concedendo salari alti ma nello stesso tempo proibendo gli scioperi. Perù in Argentina e Vargas in Brasile sono 2 esempi di questo fenomeno che funzionò bene finché l'economia rimase fiorente, ma nel momento in cui non poterono più fare concessioni Parù dovette abbandonare il potere e Vargas si suicidò.

L'epoca delle dittature militari

L'effetto dell'industrializzazione fu l'emigrazione di massa nelle grandi città impreparate ad accogliere gli emigranti. Le campagne, quindi subirono uno spopolamento che portò al calo della produzione agricola destinata al fabbisogno del paese e in questo contesto malcontento e protesta cominciavano a farsi sentire; malcontento e proteste venivano sedate dalle forze armate finché in Brasile l'esercito diede vita ad una politica di assoluto liberismo.

L'Argentina tra dittatura e crisi economica

Anche in Argentina nel '70 i militari presero il potere instaurando un regime violento e spietato: tutti coloro che erano sospettati di attività politica contro il governo venivano arrestati, torturati e uccisi e perché di loro non si sapeva poi nulla essi presero il nome di desaparecidos.
Tutte le settimane madre e parenti dei desaparecidos andavano a Plaza de Mayo di fronte al palazzo presidenziale per chiedere la liberazione dei parenti.
Nel 1982, i militari per guadagnarsi le simpatie della popolazione invasero l'arcipelago delle Falkland, isole britanniche vicino all'Argentina. Fu una disfatta e nel 1983 furono permesse di nuovo le elezioni. Nel 2001 il fondo monetario internazionale rifiutò l'ennesimo prestito e l'Argentina dichiarò di non poter più pagare chi aveva sottoscritto titoli di Stato.
Mentre i conti correnti venivano bloccati in tutto il paese esplosero moti di protesta e di rabbia repressi con la forza.
Nel 2002 il tasso di disoccupazione l'inflazione ebbero un'impennata e nel 2004 il fondo monetario concesse un altro prestito all'Argentina e la situazione sociale si è temporaneamente stabilizzata.



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