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Riassunto: Cristo si è fermato a Eboli

di Carlo Levi
Riassunto:

Il romanzo fu scritto in pochi mesi, dal dicembre 1943 al luglio 1944. Si ambienta nel 1935 in uno sperduto paese della Lucania, Gagliano (il vero nome della località è Aliano), dove l'autore fu confinato dal regime fascista per le sue attività sovversive.
L'opera rientra nel filone meridionalistico, inaugurato da Verga e teso a denunciare l'arretratezza del Sud d'Italia. La protesta è resa più vibrante dalla coscienza della ricchezza culturale delle genti meridionali; ma le loro antiche tradizione contadine sono schiacciate da vecchie e nuove prepotenze.
A tale tradizione si richiama il titolo, che allude al totale abbandono di questa umanità primitiva, lasciata sola dagli uomini e anche da Dio: secondo un detto locale, Cristo, cioè la civiltà e l'umanità, si sarebbero fermate a Eboli, popoloso centro alle porte della Lucania.
La trama non disegna una vicenda unitaria, ma una serie di microstorie, con molti episodi e personaggi diversi. Levi, laureato in medicina, assiste i malati come può, dedicandosi anche alla pittura e a lunghe passeggiate con il cane Barone. Intorno a lui procede la vita del paese, con le sue figure:
la strega Giulia, il vecchio arciprete Trajella perseguitato dal podestà fascista, i galantuomini (ricchi) con le loro meschine trame, e altri personaggi, ciascuno con il suo destino di solitudine e d'ignoranza, tra miseria e malaria. La sorellla dell'io-narrante raggiunge il fratello a Gagliano; prima fa tappa a Matera, con l'incarico di acquistare uno stetoscopio; ma in farmacia si sente rispondere: E che cos'è?.
Infine la questura di Matera interviene, su istigazione dei due medici del paese, per proibire a Levi l'esercizio della professione medica. Un'importante disgressione riguarda la magia, in cui i contadini lucani cercano di trovare un rimedio alle sofferenze e una speranza di vita.
Molto interessante appare lo stile dell'opera. La denuncia sociale di Levi sfuma infatti in un tono lirico, adeguato alla rappresentazione di un popolo primitivo, che l'autore vorrebbe conservasse nel tempo la sua cultura arcaica e i suoi valori originari.
Dunque il realismo di Cristo si è fermato a Eboli è molto particolare. L'autore vuole dare sì oggettività al racconto, per documentare dal vero ciò che dice; ma poi trasfigura le cose mediante la memoria o il simbolo. Si riverbera nelle sue pagine quello sguardo magico, incantato, che è tipico delle genti lucane e che costituisce il vero fascino del romanzo.



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