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Joyce: Ulisse Riassunto

di James Joyce

Riassunto:

Progettato a Roma come semplice novella da inserire in Gente di Dublino, l'originario spunto dell'Ulisse si ampliò ben presto in un disegno più ambizioso, che condusse Joyce a scrivere (dopo una stesura durata dal 1914 al 1919 circa e una successiva revisione) uno dei romanzi più importanti dell'intero Novecento. L'opera fu pubblicata a Parigi nel 1922.
Romanzo sperimentale per definizione, Ulisse vuole descrivere i personaggi senza veli e la vita umana in ogni suo aspetto. A tale scopo adotta la particolare tecnica narrativa del monologo interiore, esasperato fino al flusso di coscienza (stream of consciousness: interamente dalla psiche stessa dei personaggi: mancano indicazioni chiare di spazio e tempo, manca uno sviluppo narrativo coerente; tutto si riduce a una serie ininterrotta di impressioni, ricordi, immagini e libere associazioni mentali.
Non meno complessa è la struttura, che richiama l'antico greco dell'Odissea. I 18 episodi che formano il romanzo si dispongono in 3 grandi sezioni: a una parte chiamata Telemachia (comprendente le avventure di Stephen-Telemaco; Telemaco era il nome del figlio di Ulisse) seguono i due nuclei dell'Odissea (le avventure di Ulisse Bloom) e del Nostos (il ritorno di Ulisse Bloom a Itaca). Tale costruzione del testo invita a leggere il romanzo nella controluce del poema di Omero, ma Joyce è un Omero stravolto: il suo eroe (Bloom) è un antieroe; il suo viaggio nella vita non approda ad alcuna meta; anzi, quel percorso è accompagnato da continui insuccessi (come rivelano la mancata sintonia con Stephen e il tradimento della moglie Molly) e da una costante anche se dissimulata disperazione.
Fra i temi ricorrenti del racconto emergono l'esilio, la fallita ricerca della paternità, l'instabilità di tutte le cose, la crisi della storia moderna.

Trama:

La vicenda si svolge a Dublino, Irlanda; il romanzo narra tutto ciò che accade fra le otto del mattino e le due di notte del 16 giugno 1904 ai tre protagonisti del racconto: l'ebreo Leopold Bloom (Ulisse), la moglie Molly (Penelope) e il giovane Stephen Dedalus (Telemaco: una sorta di figlio spirituale di Bloom).
Si comincia con l'inizio della giornata di Stephen, giovane letterato in crisi. Alle sue vicende s'intrecciano presto quelle, spesso banali, che capitano all'agente di pubblicità Leopold Bloom: risveglio, partecipazione al funerale di un conoscente, arrivo in ufficio, visita alla redazione di un giornale. Man mano Bloom incontra vari personaggi e subisce una serie di sottili ingiurie in quanto ebreo.
Spesso sfiora il cammino di Stephen, senza però mai entrare in contatto con lui.
All'ora di pranzo Bloom ritorna a vagabondare per le strade di Dublino: persone, negozi, monumenti, musei, sfilano svogliatamente dinanzi ai suoi occhi, mentre Stephen si trova alla Biblioteca Nazionale dove intavola una discussione su Shakespeare. Anche Bloom sosta brevemente alla biblioteca, dove sono sussurrate nuove malignità sulla sua origine ebraica.
Giunta la sera, ripensa ai tanti insuccessi della giornata a un'amica, e quindi si ritrova a far baldoria con un gruppo di giovani. Stephen, lì presente, propone di avviarsi verso un pub.
Il gruppo si muove in piena notte per le strade più malfamate della città, entra in un bordello e innesca una rissa; Bloom deve adoperarsi per salvare la reputazione di Stephen, ormai ubriaco.
Poi lo guida verso casa sua. A casa di Bloom i due parlano della loro vita passata e presente, ma senza intendersi mai realmente: dopo aver esposto i propri progetti letterari, Stephen rifiuta l'offerta di una stanza per le notte e abbandona Bloom.
Questi, ripensando alla giornata vissuta, raggiunge a letto la moglie. Il romanzo si conclude con un lungo soliloquio di Molly, che nel dormiveglia ripercorre alcuni episodi della sua esistenza.

Analisi del testo

Per raccontare il dramma del moderno Ulisse, Joyce adotta una prospettiva realistica, come si nota soprattutto nella minuta descrizione del caotico paesaggio dublinese e dei mille personaggi (molti ispirati da figure realmente esistenti) che agiscono su questo magmatico sfondo. Ma tale studio della realtà è compiuto attraverso il filtro della memoria e della coscienza, tramite la personale sensibilità di ogni personaggio. Dunque quello di Ulisse è un realismo del tutto soggettivo Inoltre le prospettive narrative sono molteplici: non c'è un solo io narrante, perché il racconto riporta sulla pagina il flusso di coscienza dei diversi protagonisti.
Il romanzo diviene così un'indagine sul problematico animo dei personaggi, incapaci di capire se stessi e il mondo.
Sul piano stilistico, tutto ciò si traduce nel rivoluzionario sovrapporsi di diversi registri espressivi: si va dal tono drammatico a quello sentimentale, dall'ironico all'erudito, dalla lingua della comunicazione quotidiana ai simboli dell'epica antica.
Il miscuglio non riguarda e il linguaggio. Alla fine il libro di Joyce si fa grandiosa summa e sintesi dell'uomo contemporaneo, delle sue incertezze e sconfitte, del suo rifiuto di quelle istituzioni (patria, famiglia, chiesa) in cui non riesce più a credere e, in ultima analisi, della sua profonda solitudine.



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