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Il 1848 in Italia

Riassunto dei moti rivoluzionari
Negli anni prima del 1848 un po' in tutta Italia c'erano state delle riforme. Infatti quando fu eletto Pio IX, concesse un'amnistia per i reati politici e istituì una consulta di stato. In Piemonte e in Toscana i sovrani concessero una limitata libertà di stampa e cambiarono in senso liberale l'ordinamento giudiziario e di polizia. Nel regno delle due Sicilie dove non ci furono le riforme istituzionali scoppiò a Palermo (un mese prima rispetto a Parigi) una rivolta contro Ferdinando di Borbone che fu costretto a concedere la costituzione. Così a Torino Carlo Alberto concede lo Statuto (4 marzo 1848). Mentre il Granducato di Toscana l'aveva concessa il 12 febbraio. Quando si seppe che a Vienna era scoppiata una rivolta e che Metternich fu costretto alla fuga, il popolo veneziano liberò i patrioti Daniele Manin e Niccolò Tommaseo e così cacciarono gli austriaci e proclamarono la repubblica. La notizia giunse a Milano che il 18 marzo si preparò per cacciare gli austriaci seguirono le cinque giornate di Milano in cui le truppe austriache comandate da Radetzky furono sconfitte, e costretto a rifugiarsi nel quadrilatero (Mantova, Peschiera, Verona e Legnano). A Parma il duca Carlo II concedette la costituzione. A Modena il duca preferì abbandonare la città. I patrioti lombardi chiesero a Carlo Alberto di intervenire contro gli austriaci: così pressato Carlo Alberto dichiarò guerra all'Austria il 23 marzo 1848 così i sovrani di Toscana, Napoli e il papa inviarono delle truppe per aiutarli. Dapprima ma si ebbero delle vittorie poi quando si ritirarono gli aiuti si ebbero le prime sconfitte. A Custoza dove Carlo Alberto lanciò Milano agli austriaci e il 9 agosto, firmato l'armistizio. Nello stesso periodo il re Ferdinando II di Borbone riprese il potere.
I moderati liberati pensarono di aver fatto un grosso sbaglio e pensarono che l'unità nazionale si poteva realizzare se partecipava tutta la popolazione. In Toscana il duca Leopoldo II fu costretto alla fuga e presero il potere i democratici Francesco Guerrieri, Giuseppe Montanelli e Giuseppe Mazzini.
Pio IX pose a capo del Governo Pellegrino Rossi, ma quando fu assassinato, il papà si rifugiò a Gaeta. E' il 29 febbraio 1849 proclamarono la repubblica con un triumvirato composto da G. Mazzini, Carlo Armellini e Aurelio Saffi.


La crisi della rivoluzione in Europa
In Francia era venuto il momento delle elezioni del 1848, nonostante ciò i contadini ancora dovevano pagare ugualmente le tasse (ateliers nationaux) nel 1848 viene eletto dal popolo il presidente della Repubblica Luigi Bonaparte, nipote di Napoleone un anno dopo divenne dittatore e in seguito imperatore assumendo il nome di Napoleone III. Nel giugno del 1848 l'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe riprese il potere come i Germania Federico Guglielmo IV.
Sospeso l'armistizio di Salasco riprese il conflitto austro-piemontese, ma il 23 marzo a Novara Carlo Alberto perse e fu costretto ad abdicare in favore del figlio Vittorio Emanuele II, questi a Vignale firmò l'armistizio però gli austriaci occuparono Alessandria. Dopo il crollo della repubblica toscana, Venezia, Roma e l'Ungheria resistettero, ma durarono poco. Infatti Napoleone III sconfisse le truppe repubblicane e riportò il papa Pio IX (1849). Pure Venezia assediata dall'Austria si arrende dopo la pestilenza e la fame.


L'Italia dopo la crisi del 1848
L'Italia nel decennio successivo al 1848 ebbe un discreto sviluppo in molti settori soprattutto, in Lombardia, ma l'impero d'Austria sfruttava queste risorse per altri scopi. Nel sud i Borboni facevano poco o nulla per avviare all'industrializzazione. Invece nel regno di Piemonte vi è un grande sviluppo economico (nuove linee ferroviarie, abolizione delle barriere doganali, ampliazioni del porto di Genova, sviluppo dell'industria siderurgica e meccanica, potenziamento dell'agricoltura) dovuto anche alle libertà costituzionali e dall'indipendenza. Intanto nasce un nuovo progetto che guida all'unificazione nazionale. Lo Statista Camillo Benso conte di Cavour, un aristocratico piemontese che oltre ad essere un intellettuale era anche un grande imprenditore e si preoccupò un po' dei problemi dei borghesi. Nel 1850 quando egli era d'accordo di far pagare le tasse di Siccardi cioè di far pagare le tasse e al clero. In seguito divenne capo dei moderati, egli da semplice ministro superò la politica di D'Azeglio, poi si alleò con Urbano Rattazzi e quindi Vittorio Emanuele II dovette farlo diventare capo del governo.
Cavour cercò di avere degli appoggi internazionali all'unificazione. Infatti interviene nella guerra di Crimea e così nel 1856 Cavour si siede al tavolo delle trattative di pace nel congresso di Parigi non ebbe possedimenti ma ebbe la simpatia di Napoleone III (Francia) e dell'Inghilterra che erano favorevoli all'unificazione dell'Italia.
Cavour il 22 giugno 1858 stipulò un accordo con la Francia e Plombieres. La Francia si impegnava a intervenire col Piemonte contro l'Austria se avesse aggredito la Savoia.
In cambio gli davano Nizza e Savoia. Cavour tolse le imposte indirette e mise quelle dirette, cioè secondo la ricchezza della gente. La sua alleanza fu centro-destra / centro-sinistra, fece costruire canali di irrigazione.



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