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Stephane Mallarmé: Brezza Marina

Scritta nel 1865 e pubblicata nel 1866 nel primo Parnaso contemporaneo, questa lirica contribuì molto a creare la fama del giovane poeta, per l'efficacia delle immagini e per la sua felicità espressiva.
Anno: 1865.
Temi: la stanchezza, il desiderio della fuga di un altro mondo, il sogno di vivere con autenticità.

Schema metrico: nell'originale francese, 2 strofe di dodecasillabi, rispettivamente di 10 e 6 versi, con schema di rime AA BB CC ecc.

Analisi del testo parola per parola
  1. Ebbri: ubriachi ed esaltati.
  2. Niente: nessuna attività o persona potrà arrestare il cuore, la fantasia del poeta.
  3. Terrà: tratterà. Mallarmé vuol dire che ormai la decisione di partire è presa, e perciò è come se egli fosse già sul mare (che già si bagna nel mare): nulla ormai potrà trattenerlo, né il ricordo di altre bellezze (antichi giardini: essendo antichi, questi giardini non risponderebbero al rinnovamento che il poeta desidera), né la passione per la poesia, e neanche gli affetti familiari (la giovane donna che allatta il suo bambino).
  4. Il cerchio: la luce. Tutta la frase è un'immagine della poesia, raffigurata come una lotta solitaria e notturna contro l'angoscia della pagina bianca. Il foglio di carta resta ostinatamente vuoto, come difeso dal suo candore: il poeta aspira, con tormento, solo alla verità assoluta e, siccome non ritiene di averla conquistata, preferisce tacere, non scrivere nulla.
  5. L'ancora sciogli: salpa l'ancora e parti.
  6. E crede... dei fazzoletti!: costruisci una Noia (tradita da speranze crudeli, perché non si realizzano) crede ancora nell'ultimo addio dei fazzoletti. Dunque per un attimo, sul viaggio già deciso, si proietta l'ombra di possibili delusioni: così la Noia, già tante volte provata, resta pericolosamente affezionata alla commozione dei saluti, alle lacrime d'addio (i fazzoletti).
  7. E gli alberi... verdi isolotti: forse il viaggio sarà senza ritorno e finirà in un naufragio senza salvezza. Forse gli alberi della nave, che attirano le tempeste (richiamo dei temporali), sono già spezzati, piegati sopra i naufraghi. In tal caso la nave, in balia delle tempeste perché incapace di governare (priva cioè di antenne, che è sinonimo di alberi), non potrebbe raggiungere la meta desiderata, per esempio i verdi isolotti, che qui simboleggiano l'avvenuta liberazione e la possibilità d'intraprendere un'esistenza nuova.
La lirica comincia con una visione negativa. Il primo verso sintetizza in due immagini la condizione decadente:
  • da un lato, c'è una sensualità svuotata di significato (La carne è triste, che è anche una citazione da Petrarca);
  • dall'altro, una cultura che non è più in grado di fornire nuove conoscenze (ho letto tutti i libri), di soddisfare cioè la propria stessa natura di ricerca intellettuale.
Per reazione a questa atmosfera stagnante, scatta al secondo verso la rivolta. Si esprime nel motivo della figa, del viaggi in terre esotiche: un tema molto caro ai poeti romantici e decadenti, come Baudelaire. Il viaggio diviene segno di estraneità asociale, e soprattutto desiderio di un altro mondo, di un altrove felice.
E' lo spunto per una serie di immagini che evocano un paesaggio marino, caratterizzato da spazi vastissimi, senza confini. Tale paesaggio prende corpo all'istante, attraverso l'evocazione degli uccelli marini: essi sfrecciano tra l'immensità delle acque e l'immensità del cielo, ed esprimono simbolicamente una libertà assoluta, senza limiti.
Il tema del viaggio si intreccia a un altro significato, meno percepibile, ma non meno importante: partire significa anche allontanarsi dalla falsità della vita quotidiana. Ritornare alla natura, un ambito in cui mancano convenzioni sociali, artifici ecc., è un mezzo per riconquistare la verità interiore, l'autenticità.
La poesia di Mallarmé è sempre caratterizzata dalla tensione alla purezza, ottenibile eliminando tutto ciò che è troppo concreto e cercando immagini molto concentrate e quasi astratte. In questa lirica il tema del viaggio fuga suscita immagini suggestive perché esse non descrivono direttamente il viaggio né esplicitano troppo chiaramente il suo significato polemico: il poeta si sofferma invece sulle impressioni, sulle rifrazioni interiori di tale motivo, sulle divagazioni sentimentali, fatte di slancio, voglia, sogno e paura.



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