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Il Romanzo Contemporaneo

Il Novecento è stato un secolo pieno di contraddizioni e di rotture, di cambiamenti rapidissimi e di tragedie. Nel giro di una vita, ogni generazione ha visto il monto intorno a sé mutare radicalmente, trasformato dalla guerra, dalle scoperte scientifiche, dall'industrializzazione.
I romanzi riflettono le inquietudini e il disorientamento degli uomini e delle donne vissuti in questo secolo: non raccontano più avventure esaltanti o grandi ideali, ma il disagio, l'angoscia di chi vive nell'incertezza, le grandi tragedie e gli aspetti insignificanti, normali, della vita quotidiana.
Molti sono gli autori che rappresentano questa crisi di certezze, la mancanza di punti di riferimento e la ricerca di vie di fuga: in Italia, Svevo e Pirandello; in Europa, Kafka, Joyce, Proust, Hesse.

Lo sconvolgimento della Guerra
Poi il mondo attraversa l'esperienza delle due terribili guerre: di fronte alle loro atrocità poeti e scrittori non poterono continuare a chiudersi nell'isolamento, come molti avevano fatto negli anni del fascismo, ricercando un'arte pura, lontana dalla realtà.
C'era stata, inoltre, l'esperienza collettiva della lotta di resistenza che aveva contribuito alla sconfitta del fascismo e del nazismo e a cui avevano partecipato con slancio ed entusiasmo grandi strati della popolazione.
Anche molti artisti, scrittori, uomini di cultura si erano uniti alla guerra di popolo e avevano combattuto per una società nuova, democratica, più giusta.
Finita la guerra, dunque, bisognava testimoniare le atrocità e le violenze che erano state commesse, ma anche gli ideali, gli slanci della Resistenza, bisognava ricostruire un mondo nuovo.

L'impegno sociale
Nel dopoguerra l'idea che l'arte dovesse essere in contatto con la realtà sociale, aiutare a conoscerla e a trasformarla in meglio, fu al centro del movimento che prese il nome di Neorealismo. In senso stretto esso si colloca tra il 1943 e il 1950, cioè fra gli ultimi anni di guerra e i primissimi del dopoguerra. Si sostenne in quegli anni la necessità dell'impegno sociale di artisti e scrittori, in nome degli ideali antifascisti e democratici. Ma la tendenza della letteratura a rappresentare la società del Neorealismo. In effetti, era già sorta negli anni trenta in opposizione alla cultura ufficiale del fascismo.

Una realtà contraddittoria
Scrittori come Alberto Moravia, Cesare Pavese, Elio Vittorini già prima della guerra avevano rappresentato la realtà italiana nei suoi aspetti contraddittori, marginali, regionali, molto lontani dalla retorica fascista.
Le opere che essi pubblicarono subito dopo la guerra rappresentano molto bene alcuni temi fondamentali del realismo di quegli anni: la quotidianità e i valori del popolo delle città, la fatica e la durezza della vita contadina, la lotta partigiana, la guerra.
Questi stessi temi si ritrovano nelle opere di scrittori più giovani che iniziarono a scrivere negli anni del dopoguerra e continuarono poi nei decenni successivi. Uno di questi fu Beppe Fenoglio, nelle cui opere troviamo proprio i due filoni principali del realismo di quegli anni: la guerra partigiana e la miseria della vita contadina nelle campagne, strettamente legati alla sua esperienza di vita. Di origine autobiografica è anche l'opera di Mario Rigoni Stern, che ci presenta una della seconda guerra mondiale, alla quale egli partecipò con gli alpini sul fronte russo. Anche Italo Calvino iniziò a scrivere nel clima di entusiasmo e di fiducia in un mondo nuovo, seguito alla fine della guerra.
Anch'egli prese parte alla Resistenza e vi ambientò le sue prima opere. Negli anni successivi continuò a essere attento e lucido interprete della realtà, anche se a volte la rappresentò sotto le vesti della favola.
Al tema della guerra riporta anche il romanzo La Storia, di Elsa Morante che è stato scritto negli anni settanta ed è quindi molto lontano dall'esperienza del Neorealismo, ma ne riprende alcuni elementi, a partire dal tema centrale: la storia di un'umile famiglia inserita nella tragica realtà della guerra.
Voce altissima e unica nel panorama del Novecento è poi quella di Primo Levi che con Se questo è un uomo lascia in eredità alla coscienza di tutti gli europei e di tutti i cittadini del mondo il ricordo dell'abiezione dei campi di concentramento e dello sterminio degli ebrei, perché quanto è accaduto non si ripeta mai più.
Nella narrativa americana domina, dagli anni successivi alla prima guerra mondiale, la figura di Ernest Hemingway, che vive in prima persona alcuni momenti particolarmente significativi della storia del Novecento: la prima guerra mondiale e la guerra civile spagnola. Il suo modo di scrivere è oggettivo ed essenziale, le sue storie lucide e avvincenti. Nel 1954, anche grazie al romanzo Il vecchio e il mare, ottenne il premio Nobel.

Le tendenze attuali
Le tendenze della narrativa contemporanea sono le più varie. Negli anni sessanta conosce un vero boom il romanzo latino-americano con Garcia Marquez prima, quindi con Isabel Allende e con Luis Sepulveda.
Nel corso del secolo, il romanzo diventa anche un genere di consumo e si moltiplicano quei sottogeneri (romanzo rosa, giallo, horror, azione, psicologico, per bambini, per ragazzi) che rispondono ai giusti di un pubblico sempre più largo. Oggi il romanzo è certamente il genere letterario più amato, più scritto e più letto.



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