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Figure retoriche: Epica

Scritto originariamente in versi, il cui ritmo facilitava la memorizzazione, il testo epico era destinato originariamente a essere recitato davanti a un pubblico in occasione di feste. Per tenere viva l’attenzione degli ascoltatori, gli autori ricorrevano a una particolare forma di linguaggio che ritroviamo anche nelle odierne traduzioni, siano esse in versi o in prosa.

Caratteristiche del linguaggio epico
Tra le caratteristiche del linguaggio epico ritroviamo:

Patronimici: aggettivi derivati dal nome del padre dei personaggi; per esempio: Perilide riferito ad Achille dal nome del padre Peleo.

Epiteti: aggettivi o espressioni attribuiti in modo ricorrente allo stesso personaggio, oggetto o luogo; per esempio: piede veloce riferito ad Achille, concave riferito alle navi, alte porte riferito a Tebe.

Ripetizioni: ossia racconto ripetuto di avvenimenti, stati d’animo, riflessioni da parte dello stesso o di personaggi diversi.

Similitudini: paragoni, di solito ampi e particolareggiati, tratti dal mondo della natura e degli animali e dalle attività umane; per esempio: come la stella avanza tra gli astri nel cuor della notte Espero, l’astro più bello ch’è in cielo, così lampeggiava la punta acuta, che Achille scuoteva.

Metafore: sovrapposizioni di due elementi in cui a uno si attribuiscono le caratteristiche dell’altro; per esempio: l’amabile figlio di Ettore, pura luce di stella.

Personificazioni: attribuzioni a una cosa o a un’idea di qualità o azioni proprie di un essere vivente; per esempio: l’aurora dalle dita rosate.



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