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Arthur Rimbaud: Vocali

Scritto nel 1871, il sonetto Vocali (Voyelles) è uno degli esempi più notevoli della novità del linguaggio poetico di Rimbaud. Rappresenta le sensazioni che le vocali, con il loro suono e con la loro forma, di volta in volta gli suggeriscono.
Schema metrico: sonetto di 14 versi raggruppati in 2 quartine e 2 terzine.

Parafrasi:
A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu: vocali
un giorno vi spiegherò le vostre nascite nascoste: (avvolte da mistero)
A, torace coperto di peli neri di corpi in decomposizione che attirano mosche e che emanano un odore acre. Luoghi appartati e riparati dall'ombra, lance appuntite e lucenti, re bianchi, fiori a forma di ombrello; I, sangue rosso che fuoriesce dal riso di labbra belle; in collera o in ebbrezze penitenti;
U, cicli, verdi mari brividi sacri, pace di animali che pascolo, pace di rughe impresse sulla fronte degli studiosi di Alchimia (era l'arte magica che si prefiggeva di trovare la pietra filosofale, grazie alla quale, trasformare in oro i metalli);
O, ultima tromba (suonata dagli angeli, è quella che, secondo la tradizione cristiana, annuncerà il giudizio universale alla fine del mondo) piena di oscuri stridori, silenzi attraversati dagli angeli e dai mondi:
O l'omega (ultima lettera dell'alfabeto greco. Nell'Apocalisse, ultimo libro della Bibbia, Gesù è chiamato l'Alfa e l'Omega), raggio violetto degli occhi di lei. (allude a una ragazza di Charleville, paese natale di Rimbaud, dagli occhi di violetta; per lei il giovane poeta aveva sospirato.

[Avvertenza: la parafrasi a volte l'ho camuffata in spiegazione perché ammetto di non essere riuscito a trovare i sinonimi di certe frasi e non sono bravissimo neanche a farle, quindi se trovate frasi come nel testo cercate di modificarle usando le spiegazioni già presenti sul vostro libro di letteratura.]

Commento
Vocali nacque in un periodo nel quale il poeta, come scriverà pochi mesi dopo nella prosa alchimia del verbo, credeva a tutti gli incantesimi: come in un incantesimo egli accosta qui ogni vocale a un colore, secondo una ricerca sulle sensazioni che ha lunghissima tradizione nella cultura occidentale.
Il sonetto è organizzato secondo un processo di associazioni che, partendo dall'immagine visiva (la forma delle vocali), creano un susseguirsi di analogie cromatiche. Il testo va però letto in chiave non realistica, ma fantastica: Rimbaud, partendo  dalle vocali dell'alfabeto e dai colori che esse suggeriscono, si abbandona liberamente alle associazioni immaginative che tale spunto gli ispira.

Analisi del testo
I critici hanno fornito varie interpretazioni di questa lirica. Seguendo la simbologia tradizionale dei colori (che il poeta sembra seguire nelle immagini associate a ciascuna vocale) si può giungere a queste conclusioni:
  • la <<A>> sarebbe simbolo della morte e del suo mistero (vv. 3-4: mosche... che ronzano sui cadaveri);
  • la <<E>> simbolo dei sogni innocenti e della purezza (ai vv. 5-6 sono presenti vocaboli appartenenti all'area del significato della purezza: candori, vapori, ghiacciai);
  • la <<I>>, rossa (porpore) come il sangue e le labbra, alluderebbe alla violenza delle passioni che provocano l'ebrezza dei sensi (v. 8: collera, ebbrezze);
  • la <<U>> appare collegata a immagini di quiete e tranquillità (viridi mari, pace di bestie alla pastura); attraverso un processo analogico (per cui i solchi tracciati dall'aratro nei pascoli sono associati alle rughe) la tranquillità viene attribuita anche allo studioso (pace di rughe / sull'ampia fronte studiosa);
  • la <<O>>, con il suo colore blu e la sua forma circolare, è il simbolo della perfezione, dell'infinito, del cielo e dell'universo spirituale. Le immagini si riferiscono infatti ai silenzi attraversati dagli Angeli, i quali suonano la Tromba in galassia lontane. La circolarità ci fa inoltre pensare ad avvenimenti perfettamente conclusi: ciò, assieme al colore violetto attributo alla lettera O, allude forse alla fine, alla morte.
L'alterazione dell'ordine con cui Rimbaud ha collocato le sue vocali (vista la presenta della <<O>> alla fine) si spiega nell'ultimo verso. Qui la O viene identificata con la vocale Omega, ultima lettera dell'alfabeto greco: nei Vangeli, essa è attribuita a Cristo, definito principio e fine di tutte le cose.
Il poeta dispone parole e concetti secondo una tecnica accumulatoria, dove le immagini acquistano valore e senso per l'impressione che creano. Il sonetto si fonda infatti sull'intreccio delle parole e delle immagini e sull'intensa musicalità dei versi, come rivela soprattutto il testo originale francese.



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