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Figure retoriche: L'Assiuolo, Pascoli

di Giovanni Pascoli
Figure retoriche:

Onomatopea = chiù ed è il verso emesso dall’assiolo

Onomatopea = fru fru ed è il fruscio dei cespugli

Onomatopea = tintinni

Onomatopea = finissimi sistri d’argento (riproduce suono stridulo delle cavallette)

Allitterazione = in fr ( quando dice “ un fru fru tra le fratte”), in i e s ( quando parla di “finissime sistri d’argento”) e in i (che afferma “ tintinni a invisibili porte”).

Anafora = chiù (viene, infatti, ripetuto alla fine d’ogni strofa), sentivo (ripetuto nella seconda strofa, nei primi due versi è usato in senso fisico, dato che si riferisce a degli elementi, nel terzo è usato in senso psicologico, perché esprime un sentimento che il poeta prova).

Sinestesia = Soffi di lampi nel senso che i lampi sono silenziosi.

Metafora = “alba di perla” ( il cielo assomiglia ad un alba di perla), “nebbia di latte“ (nebbia simile al latte), “un sospiro di vento” ( si paragona il vento ad un sospiro), “squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento” (si paragona il suono stridulo prodotto dalle cavallette, fregando le zampe posteriori, al suono prodotto dai sistri, strumenti musicali egiziani).

Ipallage = “nero di nubi”.

Similitudine = “com’eco d’un grido che fu” ( paragona il sussulto alla voce ad un grido che gli evocava un dolore lontano).

Antitesi = tra “nero e bianco”, infatti, Pascoli parla di “un nero di nubi “ e “nebbia di latte“.

Doppio climax ascendente = riguarda il verso dell’uccello rapace:”chiù”, che passa da grido (nella prima strofa) a singhiozzo (nella seconda strofa), fino ad arrivare in fine ad un pianto di morte (terza strofa).


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