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Shaw: Commedie sgradevoli


di George Bernand Shaw

La seguente lirica ci introduce nel vivo dell'azione della prima delle tre commedie sgradevoli (le altre due sono: L'uomo amato dalle donne, La professione della signora Warren). Il giovane Trench, che si è innamorato di Bianca figlia del signor Sartorius, viene in visita di convenienza a casa di colui che spera diventi presto suo suocero. Qui incontra l'uomo di fiducia di Sartorius, Lickcheese, che è stato appena licenziato perché si è dimostrato troppo tenero negli affari. Costui, angosciato per il licenziamento, si sfoga con Trench e gli rivela la fonte disonesta delle ricchezze del suo padrone, lasciando il giovane incredulo e sbigottito.
L'azione si svolge con dinamica rapidità, e risultano ben delineati i caratteri dei tre personaggi che la animano: è un pregio dell'autore infatti saper dare, in brevi tratti, precise caratterizzazioni.
E' sufficiente questa scena a darci l'impressione di quanto fosse sgradevole e rivoluzionario il teatro di Shaw. Egli stesso confessa che alla prima rappresentazione de Le case del vedovo gli spettatori fischiarono freneticamente, il che ora la prova che era riuscito a scuotere l'attenzione del pubblico e a costringerlo a guardare i fatti sgradevoli della realtà. Questo era il suo intento. Infatti è proprio l'impatto col reale che rende drammatica la scena: le parole di Lickcheese ci fanno apparire davanti agli occhi le stesse immagini di miserie descritte da Dickens, o da Zola, o da altri scrittori naturalisti che ambientano le loro storie nei sobborghi miserrimi delle grandi città. Ma in Shaw è più forte l'intento polemico e più evidente la denuncia: la descrizione degli slums londinesi non è il fatto essenziale della sua narrazione, ma il pretesto per portare a galla la disonestà dei profittatori, l'ipocrisia di tante persone rispettabili e onorate, il malcostume delle istituzioni, la corruzione, infine dilagante in una società superficiale e avida di denaro. Se Shaw ammirava Ibsen per avere introdotto nel dramma il dibattito delle idee, certo lo ha imitato ed ha osato andare ben oltre con audacia e spregiudicatezza.

Le ragioni di Vivie

In questa ultima scena della terza commedia sgradevole di Shaw, sono messi a confronto i due personaggi principali: la signora Warren e la figlia Vivie. Si può dire che si scontrano due mentalità: da una parte quella della madre che ha un concetto mitico della ricchezza, comunque perseguita, come unico metro per valutare il potere e la rispettabilità nella vita; dall'altra parte quella della figlia che aspira a una vita fondata sulla dignità del lavoro onesto e non intende piegarsi a nessun compromesso. La scena è ricca di tensione drammatica e specialmente i ragionamenti della signora Warren, tutta presa dal terrore di perdere la figlia, scopo di tutta la sua vita e della sua attività, suscitano molta pena; ma ad essi si contrappone la lucida razionalità di Vivie, ragazza sicura, decisa, scarsamente incline al sentimentalismo.
Questo dialogo è un aperto confronto fra due modi di vedere e di considerare la vita. Da una parte la madre è convinta dell'onesta della sua discutibile professione, perchè per mezzo di essa ha raggiunto il nobile scopo di dare alla figlia una buona cultura, un vivere agiato, la possibilità di ben figurare in un mondo in cui prevale la considerazione per le apparenze fastose. Dall'altra parte la figlia, che proprio attraverso l'emancipazione culturale che si è procurata col denaro della madre, ha acquisito una sicurezza di giudizio e di scelta; ora può dare alla sua vita una valutazione meno futile di quella del mondo vanesio e fatuo di sua madre, e quindi vuol valere qualcosa per sé stessa e non per i bei vestiti o per l'intera vetrina di brillanti che può indossare. Questa mentalità nuova divide due mondi. La signora Warren fa parte della generazione che si adagia in un vivere ricco e pacifico, acquiescente anche all'intrallazzo disonesto, se è nascosto e non reca scandalo nell'apparente ordine della società. Vivie, invece, fa parte della generazione moderna che non ama il quieto vivere, vuole scardinare le vecchie pastoie e, ansiosa di chiarezza come sono sempre i giovani, aspira a una società senza compromessi che meglio valorizzi le qualità interiori dell'uomo e le sue capacità reali. E' lo specchio della crisi sociale inglese della fine del secolo scorso, ma vi si possono riconoscere alcuni motivi di divaricazione fra generazione vecchia e nuova di ogni tempo e paese.



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