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Riassunto: Fastidi Grassi


di Luigi Capuana
Riassunto: 

La novella ravvivata da battute satiriche, c'invita ad un amara riflessione: non c'è maggiore miseria della ricchezza! Sono parole severe e dense di significato, che sembrano concludere il discorso di un moralista; scaturiscono, invece, dalla realtà di una vicenda di vita, osservata senza preconcetto alcuno. Il protagonista del racconto, e le altre figure che in esso compaiono, appartengono ad un mondo reale che lo scritore vede attorno a sé e scruta con occhio acuto. E questo mondo egli lo raffigura così com'è, seguendo nella narrazione la tecnica del verismo.

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Commento
Dop Pietro d'Accurso, il personaggio maggiore della novella, è l'egoista, l'uomo ricco e, a suo modo, onesto, perchè paga le tasse e non ha da dare niente a nessuno. Ma nella sua ricchezza e nella sua presunta onestà (lo chiami onesto chi va speculando, con le ipoteche, sulla disgrazia altrui?) è più infelice del suo servo che si contenta di un po' di pane e di cipolla e non ha preoccupazioni e tormenti. Un uomo siffatto riassume in sé tutti i difetti e le volgari brame di una società gretta che i veristi, e quelli siciliani in particolare, studiarono con molta attenzione e rappresentarono nelle loro opere. Questo don Pietro, anche se in un certo senso è una figura appena accennata, denunzia chiaramente la sua parentela, in arte, con due famosi personaggi verghiani: Mastro don Gesualdo, nel romanzo omonimo, e Mazzarò nella novella La roba; e lo possiamo paragonare, anche a papà Grandet di Balzac e a tutte le figure di <<avari>> di cui è ricca la letteratura di tutti i tempi.



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