Scuolissima.com - Logo

Figure retoriche: In morte del fratello Giovanni di Ugo Foscolo

Quali sono le figure retoriche nella poesia In morte del fratello Giovanni di Ugo Foscolo? Sono presenti le metafore? Cosa è la tua pietra?
Foscolo

La morte di un familiare è sicuramente tra i lutti più difficili da superare e, quando a morire è un familiare più giovane di noi, il dolore è ancora più forte perché spesso siamo portati a dare per scontato che la morte rispetta l'ordine di età, cioè che i fratelli maggiori muoiono prima di quelli più piccoli, ma non sempre va così. A volte la morte può arrivare prematuramente, per le vittime di guerra, per chi è cagionevole di salute, per la diffusione di epidemie o un intervento mal riuscito. Nel caso in questione Ugo Foscolo narra la morte del fratello minore, Gian Dionisio, detto Giovanni, all'età di soli venti anni. Vi sono versioni discordanti circa la sua morte, una parla di una grave malattia, un'altra che si sia suicidato per mettere fine alle sofferenza per la propria malattia ma quella più probabile sembra essere quella legata al suicidio per debiti di gioco. A due anni di distanza dalla morte del fratello, attraverso il sonetto In morte del fratello Giovanni ha modo di esprimere il suo dolore sia per la morte del fratello Giovanni che per la sua lontananza (è esiliato e non può piangere sulla sua lapide), per dare voce in capitolo alla madre che la immagina piangere sulla tomba del fratello e pensa al giorno in cui anch'egli morirà e si chiede se gli stranieri (abitanti delle città che frequenta) porteranno le sue spoglie in patria. Tale richiesta è dovuta al fatto che la madre ha perso entrambi i figli, uno per la malattia e l'altro per la condizione dell'esilio che gli impedisce di ritornare in patria. A quanto pare per Foscolo l'unica speranza rimasta per ritornare in patria e riunirsi con la madre e il resto della sua famiglia sembra sia attendere il giorno in cui sarà morto (ammesso che gli "stranieri" ascoltino le sue richieste).





Tutte le figure retoriche

Tra le figure retoriche più importanti presenti nel sonetto In morte del fratello Giovanni vi sono le metafore, le anastrofi, gli iperbati, la metonimia e le sineddoche. Quindi questo appunto è incentrato solo ed esclusivamente sulla spiegazione delle figure retoriche presenti in questo sonetto, per la parafrasi e il commento vi rimandiamo all'appunto In morte del fratello Giovanni - Foscolo.



Metafora

Cos'è il fior degli anni presente nel v.4? La giovinezza! Il fior degli anni è una metafora, cioè una figura retorica molto usata sia nello scritto sia nel parlato per rendere l'espressione più suggestiva ed evitare forme di linguaggio comuni, logore dall'uso o convenzionali.
il fior de' tuoi gentili anni caduto

Nel v. 5 si fa riferimento al tramonto (tardo giorno) per indicare la vecchiaia.
dì tardo

Nel v.10 il poeta scrive "tempesta" ma non è quella meteorologica, bensì fa riferimento allo sconvolgimento interiore, ai tormenti causati dalla malattia, che hanno portato il fratello Giovanni al suicidio.
furon tempesta

Anche nel v.11 la parola "porto" è una metafora, cioè una trasposizione di significato: infatti il porto nel suo significato letterale è il luogo dove approdano le navi alla fine di un viaggio; la parola porto nel verso di questo sonetto assume un significato metaforico, cioè è un riferimento alla morte, la pace nel sepolcro, la fine del viaggio della vita.
e prego anch'io nel tuo porto quiete



Allitterazione

Allitterazione della S (v.5)
sol suo

Allitterazione della T e della R (v.5)
tardo traendo



Metonimia

Nel verso 3 il poeta scrive che quando gli sarà possibile vorrebbe sedersi sulla pietra del fratello Giovanni ed è un riferimento alla sua lapide. Si tratta di una metonimia in quanto viene indicata la materia al posto dell'oggetto.
su la tua pietra



Sinestesia

Nel verso 6 vengono accostate due parole che appartengono a sfere sensoriali differenti. La cenere la possiamo vedere e quindi appartiene alla sfera sensoriale della vista, invece l'aggettivo qualificativo muta si può percepire solamente con la sfera sensoriale dell'udito.
cenere muto



Ipallage

Nel v.7 l'aggettivo "deluse" è nel testo riferito a palme (mani), ma in realtà è il poeta a essere deluso perché tende le mani invano.
io deluse a voi le palme tendo



Anastrofe

Nel v.4 l'aggettivo precede il sostantivo, mentre di norma l'ordine è invertito, ovvero "anni gentili".
gentili anni

Nel v.5 il complemento precedente il verbo. L'ordine corretto sarebbe dovuto essere "traendo di tardo", ovvero "trascinando la sua vecchiaia".
dì tardo traendo

Nel v.7 le parole sono in ordine invertito e l'ordine corretto sarebbe dovuto essere "le palme a voi", cioè "le mani verso di voi".
a voi le palme

Nel v.8 il verbo è posto alla fine del verso e invece l'ordine corretto sarebbe dovuto essere: "saluto i miei tetti".
i miei tetti saluto

Nel v.9 vi sono altre due parole che dovrebbero essere scritte in ordine invertito.
avversi Numi
Nel v.10 l'aggettivo possessivo si trova nella posizione invertita.
viver tuo
Nel v. 11 il verbo precede il sostantivo.
prego anch’io

Sempre nel v.11 è presente un altra anastrofe, nel caso in questione l'aggettivo qualificativo si trova dopo il sostantivo ma suona male.
porto quiete



Iperbato

Nel v.4 il sostantivo "fiore" non è posto vicino al verbo "caduto".
il fior de’ tuoi gentili anni caduto

Nel v.7 il sostantivo "io" non è posto vicino al verbo "tendo".
ma io deluse a voi le palme tendo

Nel v.12 il pronome dimostrativo "questo" non è posto vicino al verbo "mi resta".
Questo di tanta speme oggi mi resta!



Antitesi

Nel v.6 vi sono due parole dal significato opposto che si trovano nello stesso verso, perciò sono in antitesi tra loro. Le parole in questione sono "parla" e "muto".
parla di me col tuo cenere muto



Sineddoche

Nel v.8 il poeta usa il termine "tetti" a cui associa l'aggettivo possessivo "miei" per fare riferimento alla sua patria. Cioè la parte per il tutto, perché anche se sta facendo riferimento alla patria, avrebbe dovuto scrivere "case" anziché solamente "tetti".
i miei tetti

Nel v.7 il poeta usa la forma plurale "le palme" per indicare i palmi delle mani, ma in realtà tende le sue mani per intero e non solamente i palmi.
le palme tendo



Apostrofe

Nel v.3 è presente la prima apostrofe, attraverso la quale il poeta si rivolge al fratello defunto.
o fratel mio

La seconda apostrofe, che si trova nel v.13 (penultimo verso), è rivolta agli abitanti dei paesi stranieri perché quando egli morirà non si troverà in patria, dal momento che è stato esiliato, ma in uno di questi paesi in cui va spostandosi.
Straniere genti



Enjambement

Nel testo sono presenti diversi enjambement, cioè la figura retorica per cui un verso viene spezzato per poi farlo continuare nel verso seguente.
fuggendo / di gente in gente (vv. 1-2)
gemendo / il fior (vv. 3-4)
e le secrete / cure (vv. 9-10)
rendete / allora al petto (vv. 13-14)



🧞 Continua a leggere su Scuolissima.com
Cerca appunti o informazioni su uno specifico argomento. Il nostro genio li troverà per te.




© Scuolissima.com - appunti di scuola online! © 2012 - 2024, diritti riservati di Andrea Sapuppo
P. IVA 05219230876

Policy Privacy - Cambia Impostazioni Cookies