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Figure retoriche: A Silvia di Giacomo Leopardi

Quali sono le figure retoriche nella poesia A Silvia? Che figura retorica è il fior degli anni tuoi? Quali parole si ripetono nel testo?
A Silvia

Il poeta si rivolge alla defunta Silvia chiedendole se ricorda i giorni spensierati della sua giovinezza, ma si tratta di una conversazione a senso unico dato che Leopardi non potrà ricevere alcuna risposta. La figura di Silvia è spesso associata da numerosi critici a Teresa Fattorini, la figlia del cocchiere della famiglia Leopardi, la quale perse la vita nel 1818 a causa della tubercolosi polmonare. Aveva solamente 21 anni e di lei l'autore ricorda il suo dolce canto e la sua attività di cucito al telaio ma anche, e sopratutto, ricorda che non ha vissuto abbastanza per godersi la sua giovinezza. Nemmeno si è accorta di chi la guardava con occhi innamorati, tanto fosse ancora giovane e innocente. Da giovani si è pieni di speranze e ottimisti e Leopardi, che non ha vissuto nemmeno la fanciullezza, tanto era concentrato sui suoi studi, se la prende con la natura che non riesce a mantenere le promesse di gioventù. Definisce la vita crudele e allude al fatto che quando gli uomini se ne rendono conto non gli resta altro che la morte come via d'uscita.





A Silvia: tutte le figure retoriche

In questa pagina trovate tutte le figure retoriche di A Silvia spiegate in modo molto dettagliato. Le figure retoriche più importanti sono quelle che rievocano il nome di Silvia come l'apostrofe, le metafore e l'allitterazione. Per leggere il testo e la parafrasi vi continuiamo alla lettura della sezione principale di A Silvia - Leopardi.



Apostrofe

Le prime due apostrofi sono rivolte a Silvia. In entrambi i casi descrive momenti felici del passato.
Silvia (v.1)
o Silvia mia (v.29)

Nel v.36 il poeta si rivolge alla natura che inganna l'uomo promettendogli delle gioie che poi non arriveranno.
O natura, o natura (v.36)

Nel v.42 usa il vezzeggiativo di tenero al femminile per fare riferimento a Sivia.
o tenerella

Le ultime due apostrofi fanno riferimento alla speranza. Nel primo caso come compagna di vita e nel secondo caso invece si fa riferimento alla perdita della speranza.
cara compagna (v.54)
tu, misera (v.61)



Ossimoro

Nel v.5 è presente l'unico ossimoro della poesia, ovvero una figura di pensiero che consiste nell'accostare due termini che hanno significato opposto. Il termine "lieta" sta ad indicare un sentimento di soddisfazione serena e gioiosa, mentre il termine "pensosa" sta ad indicare che ha il pensiero rivolto a qualcosa.
lieta e pensosa



Metafora

Nei vv. 5-6 si riferisce al passaggio dalla fanciullezza alla giovinezza di Silvia.
il limitare di gioventù salivi (vv. 5-6)

Nel v.13 al mese di maggio viene attribuito un odore, forse perché è popolarmente considerato il mese della rosa. Chiaramente i mesi non profumano, ma è semmai la natura in que mese che profuma, quindi si tratta di una metafora.
maggio odoroso

Nel v.40 fa riferimento al fatto che Silvia è morta prima che la sua erba perdesse vitalità a causa dell'inverno. Silvia è morta nella primavera della vita, cioè quando ancora era giovanissima.
pria che l’erbe inaridisse il verno

Nel v.43 si fa riferimento all'età della giovinezza.
il fior degli anni tuoi

Nel v.54 la speranza è definita dal poeta come una cara compagna perché da giovani si è speranzosi verso il futuro.
cara compagna dell'età mia nova

Nel v.55 è il termine lacrimata associato alla speranza a formare la metafora.
mia lacrimata speme



Metonimia

La metonimia è una figura retorica che consiste nel sostituire una parola con un'altra che abbia con la prima una certa relazione, ad esempio di contiguità logica o materiale. Eccovi i versi in cui è presente questa figura retorica nel testo.

Nel v.16 fa riferimento al fatto che il poeta ha trascorso la sua vita faticando a studiare sui fogli di carta. L'effetto (sudore) per la causa (fatica).
sudate carte

Nei vv. 20-22 la metonimia è del tipo causa per l'effetto, dal momento che la mano che si muove rapidamente nel telaio, in quanto abituata a questo movimento ripetuto, sostituisce il suono prodotto dal telaio durante la tessitura.
Porgea gli orecchi ... alla man veloce / che percorrea la faticosa tela

Nel v.26 l'espressione parafrasata è "parole umane" e si riferisce in realtà all'essere umano che può usare questa lingua in grado di descrivere i suoi sentimenti. Quindi il mezzo per la persona.
lingua mortal

Nel v.29 usa il termine "cuori" al posto dei sentimento, cioè la metonimia è del tipo il contenente (cori) per il contenuto (sentimenti), ma anche il concreto (cori) per l'astratto (sentimenti).
che cori



Sineddoche

Nel v.21 il termine "mano" è usato al singolare, e quando si lavora si usano entrambe le mani. Per cui la sineddoche è del tipo il singolare per il plurale.
man veloce



Epanalessi

Nel v.36 vengono ripetute le due espressioni in modo consecutivo, separate da una debole virgola.
O natura, o natura



Anafora

L'anàfora è una figura retorica che consiste nel riprendere, ripetendola, una parola o un'espressione all'inizio di frasi o di versi successivi, per sottolineare un'immagine o un concetto. L'effetto è tanto maggiore quanto più numerose sono le ripetizioni e più è lunga l'espressione ripetuta.

Ripetizione all'inizio dei versi v.22; v.28; v.29.
Che

Ripetizione all'inizio dei versi v.49; v.51.
Anche



Iterazione

L'iterazione è una figura retorica simile all'anafora ma che si trova sparsa nei versi per rafforzare alcuni concetti.

Nei vv. 37-38 si domanda continuamente perché la natura agisce in questo modo, cioè con l'inganno.
perché (v.37; v.38)

Nei versi vv.56-59 usa diversi aggettivi dimostrativi, il primo singolare maschile, il secondo maschile plurale, il terzo femminile singolare, cioè tutti diversi per genere o numero. Il loro utilizzo è dovuto al fatto che è stata rivelata la verità della vita e che è assai demotivante. Infatti il poeta si chiede se è davvero questa la sorte del genere umano.
questo (v.56) questi, (v.56); questa (v.59)



Personificazione

La personificazione si ha quando si attribuiscono caratteristiche strettamente umane a un animale, oggetto, o alla luna, il sole...

Nei versi 37-39 usa verbi rivolti alla natura ma che sono tipici dell'uomo, ovvero, restituire, promettere, ingannare.
rendi ... prometti ... inganni

Nel v.39 considera gli uomini, gli essere umani, come figli della natura, cioè dandole un ruolo di madre (madre natura).
figli tuoi

Nel v.54 la speranza è vista dal poeta come una compagna quando si è giovani.
Cara compagna

Nei versi 61-63 attribuisce alla speranza proprietà e caratteristiche umane come la capacità di poter indicare, addirittura con la mano (come farebbe una persona). Con la quale Leopardi parla e essa gli indica la tomba di lontano.
con la mano ... mostravi di lontano



Allitterazione

L'allitterazione è una figura retorica che consiste nella ripetizione di una lettera, di una sillaba o più in generale di un suono all'inizio di parole successive (Coca Cola, Marilyn Monroe, Deanna Durbin, Mickey Mouse, Cip e Ciop). Pone l'attenzione sui rapporti tra le parole fonicamente in rilevanza.

Allitterazione del suono VI, come SilVIa
"vita" (v.2), "fuggitivi" (v.4), "salivi" (v.6), "sedevi" (v.11), "avevi" (v.12), "solevi" (v.13), "soavi" (v.28), "perivi" (v.42), "vedevi" (v.42), "schivi" (v.46), "festivi" (v.47), "mostravi" (v.63)

Allitterazione della T
tempo della tua vita mortale (v.2)

Allitterazione della L
Quel tempo della tua vita mortale (v.2)
Allor che all'opre femminili intenta (v.10)

Allitterazione della V (v.12)
vago avvenir ... avevi

Allitterazione della N e della M (v.25)
E quinci il mar da lungi, e quindi il monte



Assonanza

I versi 2 e 5 terminano con parole dal suono vocalico simile.
mortale
limitare

Nel v.25 sono presenti due parole simili ma solo per quanto riguarda le vocali.
quinci ... lungi



Anastrofe

Nei vv. 10-11 l'ordine corretto dei versi è: "intenta all'opre femminili", cioè presa dai lavori femminili.
all'opre femminili intenta

Nel v.12 l'ordine corretto è: "avevi in mente".
in mente avevi

Nel v.33 l'ordine corretto è: "mi preme un affetto", che potrebbe significare "mi strugge il cuore".
un affetto mi preme

Nel v.53 l'ordine corretto è: "come sei passata".
come passata sei



Climax

Il climax è una figura retorica che consiste nell'usare più termini o locuzioni con intensità crescente. Se l'intensità è decrescente si parla di anticlimax o, climax discendente o gradazione discendente.

Nei vv. 28-29 è presente un climax ascendente perché si inizia con l'elencare i pensieri (che sono cose vaghe e a volte temporanei), poi le speranze (durano più a lungo) e infine i sentimenti (che rimangono per molto tempo, anche per tutta la vita).
Che pensieri soavi, che speranze, che cori



Zeugma

Lo zeugma è una figura di parola e consiste nell'usare una parola (di solito un verbo) riferita a due termini, mentre si adatta ad uno solo dei due.

Nei vv. 20-21 il verbo porgere degli orecchi è riferito sia alla voce (canto) sia alla mano (che fa rumore attraverso il telaio).
porgea gli orecchi al suon della tua voce / e alla man veloce

Nei versi 56-59 il poeta prima inizia il discorso parlando per se stesso (ragionammo insieme) e poi estende il destino a tutti (la sorte dell'umane genti).
Questo è quel mondo? questi
I diletti, l'amor, l'opre, gli eventi
Onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte dell'umane genti?



Chiasmo

Nei vv. 15-16 è presente l'alternanza sostantivo (studi) e aggettivo (leggiadri) – aggettivo (sudate) e sostantivo (carte).
Io gli studi leggiadri / talor lasciando e le sudate carte

Nel v.62 è presente l'alternanza aggettivo (fredda) e sostantivo (morte) - sostantivo (tomba) e aggettivo (ignuda).
la fredda morte ed una tomba ignuda



Iperbato

Nei vv. 17-18 le parole che dovrebbero stare vicine sono "ove" e "spendea". La parafrasi dei due versi è la seguente: "dove andavano consumandosi la mia giovinezza e il mio corpo"
ove il tempo mio primo / e di me si spendea la miglior parte

Nei vv. 51-52 le due parole che dovrebbero stare vicine sono "negaro" e "la giovinezza". La parafrasi dei due versi è la seguente: "anche alla mia vita il destino (i fati) ha negato la giovinezza"
agli anni miei anche negaro i fati / la giovanezza



Accumulazione

Si tratta di un'accumulazione per polisindeto quella che vediamo nei versi 24-25 per la ripetizione della congiunzione "e".
e gli orti, / E quinci il mar da lungi, e quindi il monte

Nei versi 28-29 l'accumulazione è per asindeto, cioè senza congiunzioni.
Che pensieri soavi, / che speranze, che cori

Anche nel v.57 l'accumulazione è per asindeto.
i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi



Domanda retorica

Nei versi 56-59 il poeta rivolge alla speranza delle domande a cui non è necessaria una risposta perché è già contenuta nella domanda stessa. Quindi sì, questo è quel mondo e questa è la sorte degli uomini, almeno secondo il pensiero del pessimismo leopardiano.
Questo è quel mondo? questi / I diletti, l'amor, l'opre, gli eventi / Onde cotanto ragionammo insieme? / Questa la sorte dell'umane genti?



Enjambement

Ecco i versi che vengono interrotti per una questione di metrica e poi proseguono in quello successivo.
il limitare / Di gioventù (vv. 5-6)
sonavan le quiete / stanze (vv. 7-8)
apparìa / la vita umana (vv. 30-31)
E non vedevi / Il fior degli anni tuoi (vv. 42-43)
peria fra poco / la speranza mia dolce (vv. 49-50)
negaro i fati / la giovanezza (vv. 52-53)
questi / i diletti (vv. 56-57)
la fredda morte ed una tomba ignuda / mostravi (vv. 62-63)



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